Non solo MES: ecco le 4 fregature rifilate all’Italia dall’UE

Vittorio Latorrata

10 Aprile 2020 - 13:17

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La risposta dell’UE alla crisi da COVID-19 rappresenta un poker della disfatta per l’Italia e per la strategia europeista del Governo Conte.

Non solo MES: ecco le 4 fregature rifilate all’Italia dall’UE

All’interno del Governo italiano risiede una compagine europeista, appoggiata in Parlamento da una maggioranza pro-UE principalmente a causa del M5S, che ha di fatto cambiato posizione sull’Unione Europea rispetto a quanto dichiarava prima delle scorse elezioni e per la quale ha preso i voti per andare in Parlamento.

Ora, la strategia del governo italiano europeista poteva anche essere sensata: quella di dire “O eurobond o facciamo da soli”. Anche gli eurobond sono dannosi perché la loro attivazione porterebbe alla creazione di una sorta di Tesoro europeo con tasse europee, un’ulteriore cessione di sovranità in materia di politiche fiscali che i Paesi del Nord si guardano bene dal concedere, cosa che, in teoria, dovrebbe fare anche l’Italia. Ma rimaniamo sulla strategia degli europeisti e, purtroppo, sulla sua disfatta.

Il significato del “facciamo da soli” non è mai stato esplicitato ma, stando alle regole europee, non può che essere inteso come il ricorso ai finanziamenti erogati direttamente dalla BCE usando e potenziando il programma PEPP alimentato da denaro creato dal nulla da parte della banca centrale.

Invece, alla fine abbiamo scoperto i fianchi e accettato i fondi europei tra cui MES, BEI, SURE e un nuovo Fondo di Solidarietà (che non genererà eurobond perché la Germania e gli altri Stati filo-tedeschi hanno ben esplicitato di non volerli).
Si spera che almeno per questo nuovo Fondo di Solidarietà si prendano le garanzie dai 160 miliardi di euro europei e non si chiedano invece garanzie liquide e immediatamente esigibili da parte degli Stati UE.

Accettando i quattro strumenti Europei - MES da 250 miliardi di euro, BEI da 200 miliardi, SURE da 100 miliardi e Fondo di solidarietà di almeno 200 miliardi, aggiungendo i 750 miliardi dal QE della BCE - arriviamo a un totale intorno a 1.500 miliardi di euro.

Questa somma è quella stimata dalla BCE come necessaria per far fronte al piano di uscita dalla recessione causata dalla crisi sanitaria da COVID-19.
Solo l’Italia potrebbe aver bisogno di 200/300 miliardi di euro per riprendersi, il che rende il totale di cui sopra potenzialmente insufficiente.

Ma il punto è che accettando i suddetti quattro strumenti europei si è tagliata fuori la BCE in maniera diretta. È ovvio che MES e BEI per reperire rapidamente le risorse dovranno chiedere alla BCE di acquistare i propri titoli perché non potranno aspettare, per ragioni di tempo, che sia il mercato a provvedere

Quindi, in sostanza, l’Italia ha ottenuto il poker della disfatta:

  1. non si sono ottenuti gli eurobond;
  2. si è tagliata fuori la BCE non potenziandone il PEPP per l’acquisto diretto titoli dei singoli Paesi;
  3. si richiedono prestiti a sovrastrutture europee che andranno restituiti con tanto di interessi;
  4. aleggia lo spettro del commissariamento da parte della Troika.

Quella del Governo italiano era una strategia europeista giusta negli intenti ma con un risultato disastroso nei fatti.
Attenzione, però: le cose potrebbero cambiare, non nell’immediato, certo, ma nel lungo periodo non è escluso.

La possibilità di ritornare alla sovranità monetaria, si spera da parte di tutti gli Stati UE di comune accordo, non sembra più così sottotraccia dato che ad oggi il 70% degli italiani si dice euroscettico.

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