Bitcoin vietato: Merrill Lynch e altri big dicono No al trading sulle criptovalute

Flavia Provenzani

08/01/2018

Alcuni grandi intermediari internazionali tra cui Merrill Lynch stanno vietando ai propri clienti il trading sul Bitcoin. Quale impatto sul mercato delle criptovalute?

Bitcoin vietato: Merrill Lynch e altri big dicono No al trading sulle criptovalute

Se grandi nomi come Goldman Sachs Group e JPMorgan Chase stanno prendendo in considerazione l’idea di comprendere i derivati sul bitcoin all’interno della propria offerta, altri intermediari hanno deciso di vietare il trading sulle criptovalute ai clienti.

Un report pubblicato dal Wall Street Journal il 3 gennaio riferisce il divieto da parte di Merrill Lynch ai broker di offrire dei derivati legati ai bitcoin, come i contratti futures o le partecipazioni nel Grayscale Investment Trust.

Anche altre banche hanno emesso dei divieti simili. Wells Fargo, la seconda banca degli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, ha adottato una politica simile. In un’intervista dello scorso anno, Tracie McMillion, responsabile dell’asset allocation globale presso il Wells Fargo Investment Institute, ha citato i rischi e le difficoltà nel tracciare i movimenti del prezzo della criptovaluta e il suo mercato illiquido come dei validi motivi per non investire in Bitcoin & Co.

Secondo le voci di mercato, anche UBS Group avrebbe scelto di non rendere disponibili i prodotti sul bitcoin a causa della sua volatilità e delle alte commissioni di transazione - tuttavia, la banca svizzera è positiva sullo sviluppo e l’utilità della blockchain, la tecnologia sottostante al bitcoin.
Anche la Royal Bank of Canada non offre prodotti legati alle criptovalute ai propri clienti nel settore della gestione patrimoniale.

L’impatto sul Bitcoin e le altre criptovalute

Il flussi di denaro istituzionali sono importanti nel portare liquidità e stabilità ai prezzi nell’ecosistema delle criptovalute. Le società di intermediazione sono generalmente tenute ad aderire alle linee guida statunitensi in materia di investimenti emesse da FINRA, che obbligano ad offrire prodotti basati sull’idoneità "specifica del cliente".

Se la volatilità dei mercati delle criptovalute può essere interessante agli occhi dei clienti con un’elevata tolleranza al rischio, la natura non regolamentata di tali mercati porta in sé un insieme di problemi.

Ma questo contesto potrebbe cambiare presto.
L’arrivo dei contratti futures sulla criptovaluta a più alta capitalizzazione del mondo ha contribuito a regalare una parvenza di regolamentazione ai prodotti di investimento legati ai bitcoin. Potrebbe aver aperto davvero le porte a importanti società di brokeraggio all’investimento in futures sulle criptovalute.

Diversi comparti all’interno di Morgan Stanley al momento stanno studiando la fattibilità dell’offerta di future sul bitcoin come opzione di investimento. A questo si aggiungono anche JPMorgan e Goldman Sachs.

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