Negozianti italiani sempre più poveri per colpa dell’e-commerce: quanto perdono e chi rischia di più

Teresa Maddonni

30 Giugno 2021 - 15:55

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I negozianti italiani saranno sempre più poveri per colpa dell’e-commerce che ha subito un incremento a causa della pandemia di Covid. Vediamo a quanto ammonta la perdita secondo l’indagine di Alvarez&Marsal e chi rischia di più.

Negozianti italiani sempre più poveri per colpa dell’e-commerce: quanto perdono e chi rischia di più

I negozianti italiani saranno sempre più poveri e la colpa è dell’e-commerce.

A stimare quanto perdono i negozianti italiani a causa delle vendite online e chi rischia di più è il report The shape of Retail: i costi nascosti dell’e-commerce realizzato dalla società di consulenza globale Alvarez&Marsal in collaborazione con Retail Economics.

Il Covid ha cambiato le abitudini delle persone, e per quanto riguarda gli acquisiti ha dato un’accelerata decisiva a un fenomeno già esistente quale il ricorso da parte dei consumatori agli acquisti online.

L’indagine che ha dato vita al report, e che fotografa anche la situazione dei negozianti italiani, è stata realizzata in 6 Paesi tra cui appunto anche l’Italia. La ricerca è stata condotta coinvolgendo 3.000 famiglie e 250 rivenditori europei che rappresentano una spesa di oltre 2.000 miliardi di euro nel 2020.

Negozianti italiani sempre più poveri per colpa dell’e-commerce: quanto perdono

I negozianti italiani saranno sempre più poveri a causa dell’e-commerce secondo il report di Alvarez&Marsal che stima anche quanto andranno a perdere in cinque anni.

Entro il 2025 la perdita dei negozi fisici in Italia è stimata di 3,7 miliardi di euro per la predilezione dei canali del commercio virtuale. Ovviamente una perdita che non riguarda solo l’Italia, ma tutta Europa con cifre che arrivano ai 35 miliardi di euro.

Cambiano le abitudini di italiani ed europei, e cambiano anche gli acquisiti, un processo questo innescato dalla pandemia e che ha quindi delle ripercussioni sui negozianti.

I minori profitti derivano dalla minore redditività dello shopping online rispetto a quello che avviene nei negozi fisici. L’Italia tra i Paesi europei - l’indagine è stata condotta anche su Gran Bretagna, Spagna, Francia, Germania e Svizzera - che sentirà maggiormente la perdita e quindi il forte impatto sui negozianti: la redditività del settore retail passerà dal 3,5% al 2,6%, con un saldo negativo di 3,7 miliardi come abbiamo detto.

“Una perdita di quasi un punto percentuale in un mercato già storicamente provato da margini ridotti rispetto al resto d’Europa - dice Alberto Franzone, Country Co-Head di Alvarez&Marsal in Italia - dovuto soprattutto all’accelerazione in termini di shift sul digitale che ha caratterizzato il nostro Paese dalla pandemia e che si prevede proseguirà a ritmi più sostenuti del resto d’Europa per i prossimi anni”.

Negozianti italiani colpiti dall’e-commerce: ecco chi rischia di più

Dall’indagine di Alvarez&Marsal si evidenzia che a rischiare di più sono i negozianti italiani. I consumatori italiani che hanno scelto l’e-commerce infatti non sembrano essere disposti a tornare indietro. Nel dettaglio:

  • il 38,4% degli italiani non vuole tornare agli acquisti prima del Covid nei negozi fisici;
  • lo stesso vale per il 33% degli Spagnoli;
  • e per il 29,6% degli Inglesi.

Tra i negozianti che rischiano di più inoltre vi sono quelli di particolari settori, quelli che hanno visto un maggior ricorso all’e-commerce in pandemia. Lo spostamento verso la vendita online ha riguardato:

  • nel 18,7% dei casi gli elettrodomestici e gli oggetti elettronici;
  • nel 16% dei casi i casalinghi;
  • nel 14,2% l’abbigliamento.

Ad avere maggiore fortuna sembrano essere i negozi fisici di beni di lusso che proprio per questo motivo richiederebbero il contatto diretto del consumatore: gli elevati costi vorrebbero un acquisto più ragionato.

In Italia si stima che i negozianti perderanno il 30% degli acquirenti fisici dopo la pandemia, una percentuale che sale al 44% nel Regno Unito.

Anche dopo la pandemia i cittadini italiani saranno più propensi ad affidarsi all’e-commerce:

  • per gli articoli per la casa (22,7%);
  • dispositivi elettronici (18,7%);
  • abbigliamento (17,2%);

A seguire ci sono viaggi, videogiochi e prodotti di bellezza.

Quale futuro quindi per i negozi fisici laddove la conversione all’e-commerce non è senza ostacoli? Nell’indagine infatti si evidenzia che i negozi che vendono solo con l’e-commerce, quindi solo digitali, operano con margini notevolmente inferiori e pari in media all’1,4% rispetto ai modelli dei negozi fisici o di business multicanale che arrivano fino al 5,2%.

Non solo minori profitti, ma anche una maggiore concorrenza nell’e-commerce e la spesa per la digitalizzazione. Aumentano infatti i costi che riguardano:

  • le nuove competenze;
  • il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica;
  • oneri tipici del commercio online come spedizioni e resi.

“Riconversione dello spazio fisico in ottica multichannel ed investimenti sono la chiave per affrontare il futuro - spiega ancora Franzone - assieme al miglioramento della catena di approvvigionamento: dall’uso dei dati al ripensamento degli imballaggi anche per ottimizzare i costi, alla nascita di partnership strategiche per affrontare in maniera più efficiente delivery e resi.”

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