NFT, cos’è il wash trading e come danneggia il settore

Riccardo Lozzi

15 Febbraio 2022 - 14:11

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Il wash trading rappresenta uno dei maggiori rischi per il settore degli NFT: di cosa si tratta e quanti danni sta provocando al mercato dei non-fungible token?

NFT, cos’è il wash trading e come danneggia il settore

Quali sono i maggiori rischi per il mercato degli NFT? Sicuramente è un interrogativo sempre più importante per chi vuole entrare in un mondo che nell’ultimo anno ha registrato un vero e proprio boom, garantendo ai proprietari della piattaforma di blockchain OpenSea, per esempio, di diventare i primi miliardari del settore.

Tuttavia, come ogni mercato in espansione, anche quello dei non-fungible token nasconde diverse insidie che potrebbero mettere in pericolo i piccoli investitori privati e meno esperti.

Tra queste: il wash trading. Un fenomeno che, come riportato da Chainalysis, società di analisi della blockchain, ha registrato un aumento record negli ultimi mesi.

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Whash trading NFT: ecco cos’è

Nel 2021, si è registrato un volume totale di scambi nel settore degli NFT pari a 44,2 miliardi di dollari. Una crescita incredibile se si pensa che, solamente l’anno precedente, il 2020, questo era arrivato a toccare una cifra di “appena” 106 milioni di dollari.

Con esso, però, sono cresciute anche le attività illecite collegate, tra cui e in particolare, il wash trading. Questa pratica consiste nel ripetere una transazione più volte, con le operazioni di acquisto e vendita realizzati dallo stesso soggetto per far aumentare il valore dell’NFT in maniera fraudolenta.

La capacità di vendere e comprare un bene digitale da parte dello stesso utente è garantita dalla possibilità di collegare solamente il proprio wallet alla piattaforma, senza bisogno di ulteriori identificazioni.

L’indagine di Chainalysis sul wash trading

Chainalysis è riuscita comunque a condurre un’indagine sulla blockchain, riuscendo a individuare quante operazioni di wash trading sono state realizzate e a quanto ammonta il loro valore totale.

Nel report si legge come 262 utenti abbiano venduto un NFT a un indirizzo finanziato da loro stessi almeno 25 volte. Inoltre, sono state presi in considerazione esclusivamente gli scambi realizzati attraverso criptovalute Ethereum e Wrapped Ethereum. Una serie di paletti che, come ammesso dagli stessi ricercatori, potrebbero aver causato una sottostima del volume di queste operazioni fraudolente.

Quanto vale il wash trading degli NFT

Dei 262 utenti rilevati, 110 sono riusciti a ottenere un guadagno, realizzando collettivamente un profitto di 8,9 milioni di dollari, al netto delle gas fee che vengono pagate per ogni transazione.

Le stesse commissioni sul gas hanno inciso in maniera negativa sui restanti 152 wash trader, i quali hanno subito alla fine del processo 416.984 dollari di perdite.

Attualmente, quindi, esistono diverse persone ignare che il valore dell’NFT acquistato e conservato all’interno del proprio portafoglio è stato drogato da questo genere di scambi. Diventa quindi necessario procedere a una regolamentazione per combattere il wash trading, come avviene già con gli strumenti finanziari più tradizionali.

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