Nonostante la flessione dello spread Btp-Bund, in Italia accendere un mutuo risulta essere ancora troppo caro. In questo campo sia la domanda che l’offerta sono infatti in forte calo: per quanto riguarda le banche, in un momento come questo, preferiscono investire il capitale in altri modi più profittevoli rispetto al prodotto mutui; dall’altra parte le famiglie e le imprese sono scoraggiate dall’alto tasso di interesse chiesto dalle banche e dalla situazione di crisi del mercato immobiliare che non accenna a migliorare. In molti infatti, preferiscono adottare un atteggiamento di attesa, nella speranza di nuovi cali nel mercato immobiliare o nell’approvazione di misure che rilancino il mercato delle case o che rendano più accessibile il credito.
Gli spread applicati dalle banche sui prestiti restano vicini ai massimi da quando è stata introdotta la moneta unica. Nella migliore delle ipotesi si riesce ad ottenere un 3% sul fisso e un 2,8% sul variabile. Percentuali da capogiro soprattutto se pensiamo che fino al 2008 si applicava uno spread all’1%.
Proposte Ue
L’Unione europea ha affrontato seriamente il problema creditizio italiano che blocca il mercato immobiliare e paralizza il settore edile. La commissione europea ha stilato un programma di misure per rendere più accessibile una linea di credito per aziende e famiglie. Di seguito alcune delle nuove regole proposte dall’Unione e che dovranno essere votate nei prossimi mesi da parlamento e consiglio europeo:
- gli istituti bancari dovranno fornire informazioni più dettagliate sui costi e rischi dell’indebitamento, mettendo così il consumatore nella posizione di poter scegliere il prodotto più conveniente e adatto alle proprie esigenze.
- Saranno introdotti standard europei per la valutazione della solvibilità del credito.
- Saranno standardizzate anche le stime immobiliari nel rispetto dei principi in linea con il financial stability board.
- A tutela del consumatore si prevede l’inserimento di un periodo di sette giorni in cui il cliente che ha già firmato il contratto con l’istituto bancario può decidere di rescinderlo.
- Le banche non potranno più obbligare i clienti a fare acquisti abbinati, ovvero acquistare insieme al mutuo anche altri servizi o prodotti finanziari.
La proposta del Ministro per la sviluppo economico
Il ministro Zanonato ha assicurato che una delle priorità del governo Letta riguarda proprio il rilancio del settore immobiliare e edilizio italiano. Tra le misure che il governo ha in programma di adottare, tre sono le principali, e dedicate al rilancio del settore immobiliare: gli ecobonus, le detrazioni per il risparmio energetico e per le ristrutturazioni e lo sblocco delle linee del credito. L’idea di Zanonato sarebbe quella di trovare i fondi necessari allo sblocco di almeno 10 miliardi di euro per i mutui. Per farlo sarebbe necessario agevolare le banche nell’emissione di obbligazioni garantite per il settore immobiliare:
I nostri tecnici e quelli del settore hanno calcolato che è possibile attivare linee di credito fino a 10 miliardi. Un modo per tenere in Italia una grande fetta di capitali che oggi finisce all’estero, creando investimenti appetibili all’interno del paese. Perché ciò sia possibile è necessario ridurre il livello minimo di capitale per l’emissione di queste obbligazioni, ad esempio portando la soglia dagli attuali 500 milioni a 350 milioni
ha spiegato il Ministro.
Tre consigli utili
La situazione non è delle migliori, e di certo quest’anno non sarà ricordato come un momento facile per ottenere un mutuo a condizioni mediamente vantaggiose. Ma vale comunque la pena di indicare tre strategie che il consumatore potrebbe attuare per affrontare meglio gli istituti di credito.
Partiamo del presupposto che, chiedendo adesso un mutuo, il tasso variabile sarebbe di circa il 2% più vantaggioso rispetto al tasso fisso. Il consumatore che, per prudenza, è predisposto a chiedere un tasso fisso, potrebbe accendere un muto con il tasso variabile "fingendo" comunque di averlo chiesto con il tasso fisso. Dovrebbe quindi pagare la rata maggiorata del tasso fisso e mettere la differenza in un altro strumento di risparmio che darebbe i suoi frutti in quanto a interessi. In questo modo il cliente si crea un piccolo capitale su cui fare riferimento in caso la rata del variabile dovesse crescere oltre quella del fisso.
Un’altra strategia per coloro che temono i tassi variabili potrebbe essere quella di sottoscrivere un mutuo a tasso fisso con Irs rinnovabile. Il contribuente trae vantaggio dal fatto che il pagamento della rata del mutuo per i primi anni sarebbe legata a un tasso Irs di durata inferiore e di conseguenza anche più basso. Dal momento che in Italia si applica il piano di ammortamento per cui gli interessi sono più alti nei primi anni di mutuo, questa soluzione avrebbe come conseguenza un chiaro risparmio. L’unica variabile è legata al rinnovo, dopo i primi 5 anni, dell’Irs che potrebbe aumentare rispetto alla quota precedente.
L’ultima strategia potrebbe essere utile a coloro che hanno già stipulato un contratto di mutuo. E’ importante per il consumatore avere sempre ben presente la possibilità di rinegoziare con la propria banca il mutuo o di surrogarlo ad un altro istituto di credito che offre condizioni più vantaggiose. Entrambe queste possibilità permettono al cliente di modificare anche la durata del mutuo, e quindi, se le condizioni finanziarie della famiglia lo permettono, di diminuire la sua durata e di conseguenza la quota di interessi da pagare.
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