Munchau: una sola Europa, tanti Euro. La moneta è unica, ma il suo valore?

Federica Agostini

16 Aprile 2013 - 10:50

Munchau: una sola Europa, tanti Euro. La moneta è unica, ma il suo valore?

Wolfgang Munchau, famoso commentatore del Financial Times, parla spesso dell’Europa e dei suoi numerosi problemi. In questo editoriale, di cui riportiamo la traduzione, Munchau fa riferimento allo studio della BCE secondo il quale le famiglie tedesche sono, in media, più povere di quelle dei paesi del Sud Europa.

Si tratta di un’interpretazione fuorviante, scrive l’autore, che nasconde una triste realtà: l’Euro non è lo stesso per tutte le nazioni. Questa discrepanza, conclude il giornalista, potrebbe costringere alcune nazioni a lasciare la moneta unica e far partire una valuta parallela.

Tanti Euro per una sola Europa

Un recente studio della Banca Centrale Europea dimostra che le famiglie del nord Europa possiedono meno ricchezza di quelle dei paesi del Sud. La media degli acquisti delle famiglie tedesche si aggira al di sotto dei 200 mila euro, mentre la cifra arriva a 300 mila quando si parla della Spagna e a 670 mila a Cipro. No, non si tratta di un errore di battitura.

I giornali tedeschi hanno cominciato a gridare che i poveri tedeschi sono costretti a pagare per salvare i ricchi ciprioti; questa interpretazione è evidentemente sbagliata, ma la verità che si nasconde dietro queste scoperte tutt’altro che intuitive è ancor più deludente. Ciò che mostra questo studio non è un differenziale nella ricchezza, ma de facto, il differenziale nei tassi di cambio tra le economie dell’Eruozona. Questi numeri non misurano la ricchezza, ma gli squilibri. E sono cifre enormi.

1 Euro tedesco vs. 1 Euro italiano

Dall’inizio dell’Euro, salari e prezzi al consumo sono rimasti pressoché costanti in Germania. Nel sud Europa, il livello generale dei salari e dei prezzi è aumentato anno dopo anno. Nel lungo periodo, questo divario inflazionistico persistente ha portato ad una discrepanza nei prezzi dei beni. Ecco perché un appartamento a Milano costa molto di più che a Monaco, la città tedesca dove gli immobili costano di più. Un euro tedesco compra più beni immobili di quanti non ne compri a Milano un euro italiano.

Nell’agitato dibattito tedesco su questi dati, il focus è sulla ricchezza media: individuata al centro della scala statistica che classifica le famiglie per ricchezza. Guardando al "ceto medio", infatti, il divario è ancora più estremo. In paesi dall’alto differenziale di ricchezza, come la Germania, dove pochi "ricchissimi" possiedono buona parte di terreni e immobili, la classe media è significativamente inferiore rispetto alla "media".

Misurate in termini di mediana, le famiglie tedesche occupano l’ultimo posto in classifica tra i paesi dell’eurozona, con una ricchezza media di appena 51.000 euro, mentre la stessa media cipriota si aggira ai 267 mila euro. La spiegazione di questa differenza è il tasso di proprietà immobiliare che in Germania è inferiore al 50%. In altre parole, la famiglia tedesca media non possiede una casa, mentre quella spagnola o cipriota sì.

Parlare di mediane è un modo per dire che in genere i tedeschi sono più poveri degli spagnoli. Ma questa frase è senza senso perché si basa sulla distribuzione della ricchezza nei paesi. Se si vogliono mettere a confronto i paesi, invece, è meglio parlare di media. In questo caso il divario, pur non essendo drammatico, è ancora molto ampio.

La Germania è davvero povera?!

La media della ricchezza in Germania ammonta a 200 mila euro per famiglia, mentre in Spagna la stessa media arriva a 300 mila, ma credo ancora che i tedeschi non siano davvero meno ricchi come paese, misurati in famiglie, di quanto racconti questo divario che, al contrario, ci dice la misura in cui Germania e Spagna dovrebbero allineare i tassi di cambio reali.

A dire il vero, il divario potrebbe allargarsi. Sono giunto alla conclusione che la media delle famiglie tedesche è più ricca di quelle spagnole. Se la mia supposizione è corretta, allora lo squilibrio esistente tra Germania e Spagna, così per come è espresso da questi dati, potrebbe addirittura essere superiore.

In una unione monetaria, gli aggiustamenti avvengono soltanto mediante i movimenti reali nei prezzi e nei salari. Poiché la Germania non sta ingigantendo e non è probabile che lo faccia in futuro, non vedo come questo potrebbe accadere anche nel lungo periodo. La mia conclusione è che nel lungo periodo tale aggiustamento avverrà mediante un cambiamento nominale nei tassi di cambio, nel senso che qualcuno dovrà lasciare l’eurozona o tornare ad una valuta parallela.

Per dirla in un altro modo: se la stessa unità di conto ci dà maggiore ricchezza per la Spagna che per la Germania, e tu sai che ciò non può essere vero, allora c’è qualcosa di sbagliato nell’unità di conto.

L’altra giustificazione potenziale è che potrebbe esserci un problema con i dati, ma non vedo colpe nei mezzi statistici utilizzati dalla BCE. Forse avevano i prezzi degli immobili sbagliati; gli statistici hanno difficoltà a catturare il declino dei prezzi degli immobili dopo una bolla dei prezzi. Ma questo tipo di discrepanza non può essere additato come la causa del grande divario tra i paesi.

Il mio Euro è differente

In effetti questo punto di vista è anche espresso con prove aneddotiche. Riguardando al 1999, la mia personale esperienza è che ristoranti e taxi a Berlino costassero meno di quelli a Bruxelles e a Parigi, ma le differenze sono oggi estreme. In maniera del tutto curiosa, il divario dei prezzi ha anche effetto sulle merci scambiabili: i mercati internazionali Europei non stanno funzionando in maniera efficiente.

Tutto ciò mi lascia concludere che l’unità di conto (l’euro) non è davvero la stessa in tutti i paesi dell’Eurozona: che in Germania e in Spagna l’Euro sia differente. È allo stesso tempo la ragione per la quale credo che i paesi del sud Europa abbiano ragioni razionali per trasferire i propri fondi al Nord, perché questo è l’unico modo di preservare il valore dei loro euro nel lungo periodo.

Certamente, non mi aspetto che la BCE o altre istituzioni europee concludano che l’Euro non è lo stesso in Germania e in Spagna. È il loro lavoro negarlo. Ma l’imposizione dei controlli sui flussi di capitali a Cipro rappresenta il precedente; oggi a Cipro c’è una nuova valuta. Io la chiamo l’Euro cipriota. Secondo lo studio della BCE, anche la Germania ha una valuta a sé, l’Euro tedesco, ed è una moneta altamente svalutata.

Traduzione italiana a cura di Federica Agostini Fonte: Financial Times

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it