Movimenti anti-UE: sempre di più e sempre più forti. Ecco quanti e dove sono

Vittoria Patanè

11 Febbraio 2014 - 17:13

Sono tanti e acquisiscono consensi di giorno in giorno. Dalla Grecia all’Austria, ecco i principali movimenti anti-euro e anti-UE

Movimenti anti-UE: sempre di più e sempre più forti. Ecco quanti e dove sono

L’attuale crisi, finanziaria oltre ad aver provocato i disagi economici e occupazionali che purtroppo ben conosciamo, ha anche prodotto la nascita di movimenti che proprio nell’Europa e nell’euro vedono i principali colpevoli di tutto quello che sta accadendo.

Nel corso degli ultimi anni infatti, sono molte le opinioni che si sono scagliate contro Bruxelles, chiedendo l’uscita del proprio Paese dall’Unione politica e monetaria, ma anche invitando i vertici comunitari a ridisegnare l’assetto politico-economico dei 28.

Ciò che vogliono è riprendersi la sovranità nazionale ceduta in favore dell’assetto comunitario, ciò che intendono fare è scardinare a suon di voti gli equilibri dell’Europarlamento.

Queste opinioni in alcuni casi hanno portato alla creazioni di veri e propri movimenti anti-euro, movimenti che col passare del tempo e delle vicissitudini finanziarie vissute si sono allargati e ingranditi, acquisendo sempre più potere. Ciò che sta succedendo in Svizzera ha poi dato nuovo vigore a questi gruppi, convincendoli che oggi più che mai, c’è bisogno di un cambiamento radicale.

Alcuni di essi sono nati in seno all’estrema destra, altri invece derivano dal malcontento diffusosi a livello internazionale.

Gli euroscettici insomma sono sempre più numerosi e organizzati. Vale dunque la pena vedere quali sono i movimenti “più forti” nelle diverse Nazioni.

Francia

Il Movimenti anti-Ue più famoso è senza dubbio quello sviluppatosi in Francia sotto la guida di Marine Le Pen, leader di quel Front National che in questi giorni ha espresso tutta la sua soddisfazioni per il voto degli svizzeri.

Nel 2012, FN era il terzo partito del paese con il 13,6% delle preferenze. Lo scopo dichiarato del partito è quello di rinegoziare i trattati comunitari, ristabilire la sovranità monetaria e nazionale persa con “l’entrata nell’UE” e cancellare il trattato di Schengen.
Attualmente il FN ha stretto un’alleanza con la Lega Nord e con il Pvv olandese.

Regno Unito

A guidare gli Euroscettici britannici ci pensa l’UKIP, formatosi nel lontano 1993 in seguito a Maastricht, di Nigel Farage. Il partito indipendentista ha essenzialmente tre obiettivi: far uscire la Gran Bretagna dall’UE, difendere i valori tradizionali e combattere l’immigrazione.

I sondaggi lo accreditano come secondo partito della Nazione, seguito dai conservatori e preceduto dai laburisti.

Grecia
Il movimento greco ha una differenza fondamentale rispetto ai due sopraelencati: nasce in seno alla sinistra radicale e fa parte coalizione Syriza in corsa per le elezioni di maggio.

Il leader è Alexis Tsipras, candidato paradossalmente come prossimo presidente della Commissione UE.

Attualmente il Syriza è il secondo partito della Grecia con il 26,8% dei voti, ma i sondaggi continuano a darlo in salita.

Il Syriza non ha lo scopo di uscire dall’euro, bensì quello di rinegoziare il debito e di sospendere i pagamenti verso l’UE finché i tempi non saranno più floridi.

Olanda

Nei Paesi Bassi il principale rappresentante dell’euroscetticismo è un partito di destra chiamato PVV, il cui leader è Geert Wilders. Nelle elezioni del 2012 il PVV è arrivato al 10%, ma i sondaggi per le prossime elezioni europee lo danno in forte crescita.

Anche il PVV sostiene il risultati del referendum svizzero e vuole uscire dall’euro.

Austria

La Fpo, Partito della libertà austriaco guidato da Jorge Haider rappresenta gli euroscettici a Vienna. Nelle elezioni politiche del 2013 ha raggiunto il 20% dei voti e spera in un risultato ancora più alto nelle prossime elezioni europee.

Scopo: uscire dall’euro.

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