Il “segreto di Pulcinella” di Minniti: l’Europa voleva pagarci per tenere i migranti. E così è stato...

Alessandro Cipolla

17 Agosto 2017 - 13:37

Secondo Il Giornale, Minniti rivela come l’UE voleva darci soldi per aumentare gli hotspot fermando i migranti in Italia, cosa che poi è puntualmente accaduta...

Il “segreto di Pulcinella” di Minniti: l’Europa voleva pagarci per tenere i migranti. E così è stato...

Neanche a Ferragosto si ferma il lavoro del ministro Marco Minniti sul tema dell’immigrazione. Mentre molti dei suoi colleghi sono in vacanza, il titolare del dicastero dell’Interno invece è più che mai indaffarato al Viminale.

Nonostante il tanto da fare da parte del ministro, chiacchierato anche come possibile nuovo premier, Il Giornale trova comunque il tempo per raccontarci di alcuni retroscena accaduti al termine della conferenza stampa che ha seguito la riunione del Comitato Nazionale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico.

Chiacchierando con Minniti e i suoi collaboratori sarebbe uscito fuori il grande scoop: secondo il ministero, nelle settimane scorse l’Europa avrebbe offerto all’Italia più soldi per aumentare il numero degli hotspot e così, di fatto, bloccare in questa sorta di centri di detenzione i migranti appena sbarcati.

Un “segreto di Pulcinella” questo in quanto, dopo il vertice di Tallin a inizio luglio, l’Italia ha di fatto recepito questo diktat decidendo di realizzare, dietro un aumento dei fondi per il nostro paese, ben sei nuovi hotspot al Sud.

Minniti e l’Europa

Se li ricorda bene il ministro Marco Minniti quei convulsi giorni tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. In quel momento infatti si verificò l’apice dell’arrivo dei migranti sulle nostre coste, argomento poi cardine di alcuni incontri a Bruxelles, del vertice di Tallin tra i ministri dell’Interno dell’UE e del G20 di Amburgo.

Lo scorso 27 e 28 giugno infatti sbarcarono in Italia circa 12.000 migranti, portando quasi al collasso il nostro sistema di accoglienza. Il ministro Minniti e il premier Gentiloni quindi intrapresero questo tour istituzionale fuori dai confini nazionali per chiedere un aiuto.

Invece che mani tese per il nostro paese arrivarono però soltanto porte in faccia. Fu in quel momento che secondo Il Giornale il ministro realizzò come non si potesse più sperare nell’aiuto dell’Europa.

Nella chiacchierata riportata dal quotidiano, sarebbe emerso come l’Unione ci avrebbe chiesto, in cambio di un aumento dei fondi, di istituire nuovi hotspot che vengono definiti come vere e propri centri di detenzione anche per minori non accompagnati.

Lo scopo dell’Europa sarebbe quello di non permettere lo spostamento dei migranti, rendendo così ancora più difficile un loro arrivo negli altri paesi dell’Unione, ormai sempre più riottosi ad accettare anche il collocamento dei profughi come stabilito da precedenti patti.

Una situazione questa che ha spinto il Viminale a rimboccarsi le proverbiali maniche, iniziando da sola a trattare con il governo libico per cercare di fermare le partenze di questi viaggi della speranza.

Tutto vero questo, se non fosse per l’aver tralasciato che l’Italia le direttive dell’Europa le ha ricepite in pieno, incassando anche il pattuito. Anche se ancora non attivi, sono in programma nel nostro paese sei nuovi hotspot, che si andranno a sommare ai quattro già esistenti.

Gli hotspot in Italia

Secondo quanto riportato da Il Giornale, al Viminale sarebbero rimasti basiti all’idea di istituire nuovi hotspot nel nostro paese. Nell’articolo infatti si legge questo virgolettato riferito a uno dei presenti alla chiacchierata.

Pensate ci proponevano di fare dei centri di internamento, cioè delle vere e proprie galere, persino per i minori non accompagnati.

I fatti però ci raccontano che, al termine degli incontri europei, l’Italia abbia dato il via libera alla realizzazione di sei nuovi hotspot (Cagliari, Crotone, Reggio Calabria, Palermo, Siracusa e Corigliano Calabro), che si vanno ad aggiungere ai quattro già esistenti (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto).

Non si capisce quindi la natura di questi nuovi centri che dovranno nascere. Saranno veramente delle galere per tenere lontano i migranti dagli altri paesi dell’Europa? Questo è un interrogativo di cui sarebbe interessante conoscere la risposta.

Aspettando chiarimenti, rimane il fatto che l’unica preoccupazione di Bruxelles sembrerebbe essere quella di tenere i migranti relegati nel Mediterraneo alla faccia del principio di solidarietà, uno dei pilastri su cui si è fondata un’Unione Europea che ormai sta perdendo sempre più di senso.

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