Merkel-Draghi-Lagarde: vertice a tre punte contro la crisi

Federica Agostini

25 Settembre 2012 - 13:35

Merkel-Draghi-Lagarde: vertice a tre punte contro la crisi

Angela Merkel, Cancelliere Tedesco, Mario Draghi, Governatore della BCE, Christine Lagarde, Capo del Fondo Monetario Internazionale: la formazione Europea anti-crisi si incontrerà questo mercoledì a Berlino per un vertice a porte chiuse (al quale non seguirà nessuna conferenza stampa) per soffermarsi sulla crisi, sulle politiche di risanamento in atto per tutta Europa, i nuovi piani di salvataggio e, inutile dirlo, la difficile e delicata situazione Spagnola.

Madrid: se il salvataggio non sembra tale, è meglio

A Madrid si lavora, nel retroscena, ad un pacchetto di misure per il salvataggio che eviti i diktat Europei e faccia sembrare la realtà meno dura di quella che è realmente, ma l’esitazione del governo spagnolo comincia ad indispettire i partner Europei; così mentre la Commissione UE definisce la situazione "molto rischiosa", il presidente del Consiglio UE, Herman Van Rompuy, fa appello affinché "non si perda il senso di urgenza" che la situazione richiede. Ma il punto su cui la Spagna si scontra con i vertici europei è sempre lo stesso: le condizioni.

Merkel-Draghi-Lagarde: la formazione a "tre punte"

Quest’oggi, alla Giornata della Confindustria Tedesca, alla quale prenderà parola anche Mario Draghi, la Cancelliera Merkel ha sottolineato come ci sia ancora molto lavoro da fare prima di potersi gettare la crisi alle spalle e come la Germania non intenda aderire alla condivisione del debito che comporterebbe una serie di "responsabilità senza controlli".

Nei suoi ultimi interventi, Christine Lagarde è stata più chiara che mai: "L’Europa è il centro della crisi finanziaria e per questo è necessario che le decisioni siano prese con la massima urgenza".

Più Europa? Forse è meglio di no

Da tempo ormai leggiamo di quali siano le misure e gli interventi necessari (e possibili) affinché anche sul lungo termine l’Eurozona diventi un’area economica di massima stabilità, ma ogni volta che si giunge al momento di fare un passo in avanti, c’è sempre qualcuno che si tira indietro: è necessario intervenire sulla crisi, è necessario farlo subito, ma nessuno è disposto a cedere quel poco che servirebbe per "provare" a riemergere dalla crisi. I governi temono le possibili reazioni dei rispettivi elettorati e in questa situazione di impasse diplomatico è sottile la linea che separa la difesa, dalla violazione della democrazia.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it