Maurizio Martina annuncia le proprie dimissioni e sulla Manovra Conte non fa nessuno sconto
Dopo tre mesi di lavoro, si conclude l’incarico a capo della segreteria del Partito democratico. Il segretario Maurizio Martina ha annunciato oggi a Milano, nel corso della giornata conclusiva del Forum per l’Italia, la volontà di rimettere il proprio mandato, in vista dell’assemblea nazionale del Pd, prevista per l’11 novembre.
“Nei prossimi giorni, con la segretaria nazionale concluderemo questa fase perché il mandato era questo: costruire un percorso dove raccogliere idee per una prospettiva e preparare il Pd a nuova battaglia. Chiedo alla presidenza di riconvocare l’assemblea in tempi giusti, l’11 novembre è una data buona”,
ha detto nel suo intervento. Con orgoglio, Martina ha rivendicato il lavoro svolto negli ultimi mesi, fatto di “testa e cuore”. Un lavoro che ha ricostruito -a detta del segretario- il rapporto con il Paese, soprattutto in quei luoghi dove si erano registrate le fratture più profonde.
L’avvertimento a Luigi Di Maio e Matteo Salvini
Ai vicepremier Di Maio e Salvini, Martina ha lanciato un messaggio, criticando aspramente la manovra e le misure del Governo giallo-verde:
“cari Salvini e Di Maio, non vi lasceremo giocare sulla pelle del nostro paese, non vi lasceremo giocare sulla nostra libertà, sulla nostra sovranità”, ha avvertito.
Il segretario pro-tempore del Pd ha messo in discussione il reddito di cittadinanza etichettandolo come puro assistenzialismo che favorisce l’illegalità, ma anche il ‘decreto insicurezza’ firmato Lega, sottolineando come nell’esecutivo viga la frattura permanente su ogni cosa e ‘l’ossessione per il nemico’.
Martina ha parlato di scelte economiche e sociali profondamente ingiuste e pericolose per l’Italia.
“Noi rischiamo davvero di tornare in recessione con quello che stanno facendo. Rischiamo di bruciare i sacrifici degli italiani. In tre settimane hanno bruciato l’intero valore dell’Imu prima casa; è una manovra da ladri del futuro perché compromette i giovani e le donne di questo Paese.”
Sul lavoro, sul reddito, le scelte -secondo l’esponente del Pd- sono devastanti e inique, afferma:
“devono preoccuparci, stanno svendendo l’Italia. Attaccano il presidente della Bce, noi lo ringraziamo per la sua autonomia. Si presentano a Mosca come se l’Italia fosse in vendita”.
Centralità del lavoro, risposte nuove e la necessità che il Pd riparta da quattro parole: ecologia, emancipazione, cittadinanza ed Europa. Questo ha chiesto ai suoi, Maurizio Martina che ha fatto appello all’unità, senza tralasciare il confronto e la discussione.
Un’apertura al dialogo, lontana dagli egoismi e dai settarismi del passato, è -per il segretario- l’unica strada percorribile per costruire la vera alternativa ai “mostri” populisti, in grado di affermarsi sia in Italia che in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA