Mario Draghi: discorso del 5 settembre 2013. I punti chiave

Federica Agostini

5 Settembre 2013 - 15:22

Mario Draghi: discorso del 5 settembre 2013. I punti chiave

Come già anticipato, la BCE ha oggi deciso di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0.50%. Durante l’attesissima conferenza stampa, Mario Draghi ha non ha annunciato particolari novità, ma ha anzi ripetuto che i tassi rimarranno eccezionalmente bassi per un periodo esteso di tempo, sottolineando tuttavia come il recente miglioramento dei fondamentali economici, confermi la previsione di un graduale recupero a partire dalla seconda metà di quest’anno.

Ecco dunque i punti salienti del discorso di oggi, 5 settembre 2013.

Il discorso di Mario Draghi, 5 settembre 2013

  • I miglioramenti delle condizioni economiche dell’Eurozona sono in linea con le previsioni della BCE anche se le condizioni di accesso al credito continuano ad essere in molti casi problematiche.
  • Dopo 6 trimestri di crescita negativa, gli indicatori confermano il miglioramento delle condizioni. Per il secondo trimestre 2013, la crescita del PIL è stata positiva e la fiducia degli indicatori conferma il graduale miglioramento delle attività economiche.
  • La politica monetaria continuerà ad essere accomodante nei limiti della stabilità dei prezzi e per il "tempo necessario", così come anticipato dalla "forward guidance" annunciata a luglio. Il Consiglio Direttivo BCE prevede che i tassi di interesse rimangano ai livelli attuali, o inferiori, per un periodo esteso di tempo.

L’analisi economica della BCE

  • Nel secondo trimestre 2013, il Pil dell’Euro area è cresciuto dello 0.3%. Ad oggi, gli indicatori confermano dunque la previsione della banca che parlava dell’avvio della ripresa entro la metà di quest’anno.
  • Entro la metà del 2014, l’Euro area dovrebbe beneficiare tanto di un miglioramento della domanda interna, quanto di quella esterna, rafforzando così il settore delle esportazioni.
  • In aggiunta, il miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari avviato la scorsa estate sta man mano arrivando anche all’economia reale
  • La disoccupazione nell’Euro area continua ad essere elevata ed è necessario che questo fenomeno venga bilanciato mediante miglioramenti al settore pubblico e privato perché continuino spingere l’attività economica.
  • Proiezioni Macroeconomiche - settembre 2013: per il 2013 le previsioni BCE sono state riviste al rialzo di 0.2 punti percentuali, si prevede infatti un calo del Pil su base annua dello 0.4%. Per il 2014, invece, le stime sono state viste al ribasso di 0.1 punti percentuali, stimando una crescita dell’1.0%.
  • Le aspettative sull’inflazione continuano ad essere ancorate al target del 2% nel medio termine, così come confermato anche dalle proiezioni sull’indice armonizzato HICP che per il mese di agosto 2013 è stato rilevato con un valore dell’1.3%, in calo rispetto all’1.6% di giugno e luglio. Per il 2013, lo staff BCE prevede che l’indice HICP arrivi ad un valore dell1.5%, per scendere all’1.3% nel 2014.
  • Anche i salari reali beneficiano del minor tasso di inflazione.
  • Permangono i rischi di "downside", rappresentati non soltanto dall’outlook economico dell’Euro area, ma anche dall’aumentare dei prezzi delle commodity e dalle tensioni geopolitiche intenrazionali.
  • Per quanto riguarda l’analisi monetaria, invece, Draghi ha sottolineato come dall’estate del 2012 si siano concretizzati sostanziali progressi nel sistema di finanziamento delle banche, in particolare nelle basi di deposito in paesi particolarmente colpiti dalla crisi.

Al fine di assicurare un’adeguata trasmissione della politica monetaria al sistema finanziario dei paesi dell’Eurozona, è necessario che la frammentazione dei mercati del credito nell’area Euro venga ridotta ulteriormente e che la capacità di recupero delle banche sia rafforzata, laddove necessario. Mario Draghi, 5 settembre 2013

Il punto finale

  • Al fine di ridurre gli squilibri economici tra i paesi dell’Euro e promuovere allo stesso tempo competitività, crescita e creazione di posti di lavoro, i paesi dell’Eurozona devono impegnarsi nelle agende di riforma.
  • Per ciò che riguarda la politica fiscale, i governi non devono disfarsi dei sacrifici compiuti sino ad oggi nella riduzione del debito. Il consolidamento fiscale dovrebbe avvenire mediante la promozione di misure favorevoli alla crescita che abbiano una prospettiva sul medio termine e che puntino a combinare insieme il miglioramento e l’efficienza dei servizi pubblici, minimizzando gli effetti distorsivi del sistema fiscale.
  • In termini di politiche economiche, riforme che stimolino la competitività faciliteranno la creazione di nuove attività, supportando così lo scambio di merci e la creazione di posti di lavoro. Allo stesso tempo, l’elevato tasso di disoccupazione richiede una serie di riforme strutturali decisive che riducano le rigidità del mercato del lavoro.

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