Perché la libertà di stampa è il rischio finanziario del futuro

Riccardo Lozzi

5 Agosto 2021 - 11:56

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Il livello della libertà di stampa potrebbe presto rappresentare un rischio finanziario per le società di investimento, pronte a considerare la libera informazione tra i principali criteri ESG.

Perché la libertà di stampa è il rischio finanziario del futuro

Ogni anno l’ONG Reporter Without Borders pubblica la classifica su come si posizionano tutti i Paesi del mondo rispetto alla libertà di stampa, analizzando per nazione il livello con cui viene garantito alla popolazione il pieno accesso alla libera informazione riguardo le vicende politiche, giudiziarie ed economiche interne ed estere.

Nell’ultima rilevazione, ad esempio, l’Italia si è classificata al 41° posto del ranking internazionale, piazzandosi dietro non solo ai principali Stati europei, ma anche a diversi Paesi in via di sviluppo.

Un gap registrato dal Bel Paese che, oltre a preoccupare dal punto di vista dello stato di salute della democrazia, potrebbe presentare in futuro un nuovo rischio finanziario da aggiungere a criticità economiche già note, tra cui, in primis, il debito pubblico.

Infatti, gli investitori stanno prestando sempre più attenzione alle problematiche sociali, i cosiddetti criteri ESG, per collocare le proprie risorse e, secondo gli analisti, la stessa libertà di stampa potrebbe presto affiancare la questione del cambiamento climatico nelle scelte dei player internazionali.

Libertà di stampa, il rischio finanziario del futuro

Al momento, rispetto ad altri fattori che costituiscono l’insieme dei criteri relativi all’ambiente, all’impatto sociale e alla governance, la libertà di stampa è ancora meno considerata rispetto agli elementi dei diritti umani e del riscaldamento globale. Tuttavia, la situazione potrebbe presto mutare.

Negli ultimi anni, secondo Reporter Senza Frontiere, si è assistito al peggioramento della circolazione della libera informazione che ha portato ad un arretramento per quanto concerne l’accesso alla piena informazione in molti Paesi.

Un paio di situazioni emblematiche in questo senso riguardano le due principali potenze economiche globali.

La Cina, ad esempio, ha attuato una dura repressione e censura nei confronti della popolazione e delle testate presenti a Hong Kong, uno dei centri finanziari più importanti al mondo.

Al tempo stesso, negli Stati Uniti si è assistito ad un aumento del numero di aggressioni subite dai giornalisti a causa del clima politico sempre più polarizzato e violento.

Libera informazione tra i principali criteri ESG

L’assenza di una completa informazione su quanto accade all’interno dei confini nazionali di uno Stato, quindi, non rappresenta più solamente una questione etica, ma i problemi politici, normativi e di corruzione aumentano anche i rischi di investimento, soprattutto nei Paesi emergenti.

L’impossibilità di poter contare su analisi finanziarie indipendenti è stata inserita da Allianz e da BNP Paribas all’interno dei propri criteri ESG e presto altri gruppi finanziari potrebbero seguirne l’esempio.

Così come i criteri ambientali relativi al cambiamento climatico sono diventati sempre più rilevanti negli ultimi anni, anche quelli riguardanti la stampa potrebbero subire un’accelerata nel prossimo futuro.

Uno scenario sempre più probabile soprattutto in relazione all’attenzione su questi elementi sempre più centrale per i Millenial e la Generazione Z, i quali rappresentano gli investitori di domani.

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