Legge elettorale proporzionale o maggioritaria? Le posizioni dei partiti

Alessandro Cipolla

21 Ottobre 2021 - 12:13

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Si torna a parlare di legge elettorale, con i partiti divisi tra chi vorrebbe il proporzionale e chi invece il maggioritario: ecco le differenze tra i due sistemi di voti e chi ne avrebbe beneficio.

Legge elettorale proporzionale o maggioritaria? Le posizioni dei partiti

Chiuse le urne delle elezioni amministrative, i partiti sono ora tutti concentrati su due argomenti da sempre fucina di machiavelliche trame politiche: la legge elettorale e l’elezione del Presidente della Repubblica.

In questo caso le due tematiche sono concatenate, visto che in Parlamento si inizierà a discutere sul serio di una possibile riforma elettorale solo quando sarà eletto il prossimo inquilino del Quirinale.

Se Mario Draghi a fine febbraio dovesse trasferirsi al Colle, a quel punto infatti sarebbero inevitabile delle elezioni anticipate probabilmente non prima dell’autunno 2022, garantendo così ai parlamentari alla prima legislatura di maturare il diritto alla pensione.

Il possibile voto anticipato è così il classico convitato di pietra nel dibattito sulla legge elettorale, visto che votare nel 2023 o con un anno di anticipo cambierebbe molto nelle strategie dei vari partiti.

Legge elettorale: differenze tra maggioritario e proporzionale

Attualmente in Italia il sistema elettorale in vigore è il Rosatellum, così chiamato in onore del suo relatore Ettore Rosato, che è stata approvato nel 2017 venendo poi utilizzato in occasione delle elezioni politiche 2018.

Si tratta di un sistema elettorale misto: il 61% dei seggi è ripartito in maniera proporzionale tra i listini bloccati dei partiti capaci di superare la soglia di sbarramento del 3%, il 37% tramite dei collegi uninominali maggioritari e infine il 2% è riservato al voto degli italiani all’estero dove i parlamentari vengono eletti con un sistema proporzionale.

A seguito del referendum sul taglio dei parlamentari, a fine 2020 l’allora Governo ha approvato il decreto legislativo che ridisegna i collegi: il Rosatellum così è pienamente applicabile senza bisogno di ulteriori modifiche.

Entrando nel dettaglio, con una legge elettorale proporzionale ogni partito ottiene tot seggi in maniera proporzionale al numero dei voti ottenuti. Per evitare una grande frammentazione, solitamente viene indicata una soglia di sbarramento. Questo sistema è in vigore in Paesi come Spagna, Germania o Olanda.

Il maggioritario invece, utilizzato nel Regno Unito o negli Stati Uniti, divide il Paesi in collegi uninominali dove ogni partito o coalizione presenta un candidato: chi prende anche un solo voto in più degli altri viene eletto.

In Italia il proporzionale è stato utilizzato nella Prima Repubblica mentre nella Seconda, con l’avvento del bipolarismo centrodestra-centrosinistra, si è passati a un sistema di voto tendenzialmente maggioritario.

Il Rosatellum attualmente in vigore è una sorta di mix tra i due sistemi.

Le posizioni dei partiti

All’epoca del secondo governo Conte, dopo il referendum sul taglio dei parlamentari l’allora maggioranza ha presentato il Brescellum, un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 5% che però al momento è fermo in commissione.

Lo scorso anno invece Matteo Salvini, grazie alla richiesta dei suoi Presidenti di Regione, ha presentato un referendum per una legge elettorale totalmente maggioritaria che però è stato poi bocciata dalla Consulta.

In questo scenario, queste sono le posizioni dei principali partiti in merito a una possibile riforma elettorale.

Fratelli d’Italia: non vuole che la legge elettorale venga modificata, visto che con il Rosatellum stando ai sondaggi il centrodestra vincerebbe le elezioni e Giorgia Meloni diventerebbe Presidente del Consiglio in quanto leader del partito più votato.

Lega: non vuole che la legge elettorale venga modificata, con Matteo Salvini che punta a una federazione con Forza Italia per tornare a essere davanti a FdI e andare così lui a Palazzo Chigi; in caso di mancato accordo con gli azzurri, non è detto però che il Carroccio possa mettere un veto sul proporzionale.

Partito Democratico: la maggioranza del partito vuole il proporzionale, anche se Enrico Letta sogna di dare vita a un Ulivo 2.0 che metta insieme grillini e moderati; se questa difficile operazione non dovesse riuscire al segretario, a quel punto il proporzionale sarebbe l’unico modo per evitare un trionfo dei sovranisti alle elezioni.

Movimento 5 Stelle: sono per il proporzionale, un sistema di voto che gli permetterebbe di non dover stringere scomode alleanze prima del voto e poi di sedersi al tavolo delle trattative per la formazione del nuovo Governo; con il maggioritario invece sarebbero costretti a presentarsi in coalizione con il PD e, forse, anche con i centristi.

Forza Italia: in teoria Silvio Berlusconi ha giurato lealtà agli alleati sul Rosatellum, ma gli azzurri potrebbero essere tentati da un proporzionale che di fatto spalancherebbe le porte a un nuovo Governo di larghe intese.

Azione: Carlo Calenda in una intervista a La Repubblica ha affermato di essere favorevole al proporzionale, anche se la soglia di sbarramento del 5% può essere impegnativa per il suo partito.

Italia Viva: Matteo Renzi non è contrario al proporzionale, ma il suo partito al momento non sembrerebbe avere la forza di poter correre da solo; il sentore è che una posizione verrà presa solo quando saranno chiare le strategie e le alleanze future.

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