Le valutazioni del Consiglio Europeo sulle politiche economiche del Governo italiano

Erasmo Venosi

25 Giugno 2014 - 10:14

Il Consiglio Europeo del 21 giugno ha valutato la politica economica del Governo , per il corrente anno e fino al 2017. Sono necessarie delle manovre di bilancio , per rispettare gli obblighi dei Trattati sottoscritti.

Le valutazioni del Consiglio Europeo sulle politiche economiche del Governo italiano

L’esito era abbastanza prevedibile. Esaurita l’euforia propalata come droga, dal sistema mediatico durante la campagna elettorale è arrivata, due giorni fa, la valutazione del Consiglio d’Europa sulle politiche di bilancio del Governo italiano.

L’eco dei media, per la verità su tale importante valutazione è stato vergognosamente censorio ancor più grave se si considerano gli ultimi dati Istat sul PIL italiano 2013 diminuito mediamente dell’1,9% e che varia tra il meno 0,6 % del nord ovest al meno 4% del Sud, con disoccupazione, in questa area, che ha raggiunto il 60% tra i giovani.

Il Documento di valutazione del Consiglio d’Europa nella sostanza consolida la fallimentare "austerità espansiva" che sta distruggendo in particolare il nostro Paese. In buona sostanza il Consiglio contesta e corregge i dati forniti dal Governo rilevando che:

  1. il deficit strutturale 2014 deve essere corretto di 0,2% di PIL;
  2. correzione di 0,6% PIL nel deficit 2015;
  3. viene definito ambizioso il piano di privatizzazione italiano.

Sugli equilibri di bilancio 2015 i conti sono sicuramente angoscianti! Infatti, la correzione già programmata di 0,4% punti di Pil più 0,3% richiesti dalla Commissione cui si sommano nell’ipotesi di mancate manovre nel corrente anno, lo 0,2% del 2014 per una correzione totale di 0,5% PIL ovvero in valore assoluto 8 miliardi di euro in conto 2015!

Nel Def approvato ad aprile l’avanzo primario nel 2015, passa dal 2,6% al 3,3% con un incremento di 0,7% punti ovvero di circa 11 mld di euro che sommati agli 8 porta la manovra di consolidamento a 19 miliardi di euro.

Questa cifra monstre deve essere integrata da altre voci come i 10 mld di taglio Irpef, cassa integrazione in deroga (o equivalente ammortizzatore sociale introdotto dal DDL Lavoro), missioni internazionali, agevolazioni per l’autotrasporto privato, 5 per mille, interventi per la non autosufficienza, politiche di contrasto alla povertà, finanziamenti alle scuole non statali, lavori socialmente utili, fondo di garanzia per acquisto prima casa: globalmente queste voci ammontano a 4 mld di euro.

I risparmi previsti dalla spending review sono pari a 17 mld per il 2015 e 32 ml per il 2016 e appaiono, ammesso che si riesca a operare i tagli, certamente insufficienti rispetto al fabbisogno 2015 e in pareggio nel 2016.

Una cosa è certa: un’eventuale ulteriore manovra inciderà pesantemente sulla crescita nel 2015. A questo punto appare evidente che o l’UE consente a Renzi di restare sotto il deficit del 3% o assume l’atteggiamento dello struzzo. In entrambe le ipotesi apparirà una Unione indegna di fiducia.

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