La storia di CrowdFundMe: da startup autofinanziata a società quotata in Borsa

Giulia Adonopoulos

4 Dicembre 2018 - 08:50

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Segnando il trend di un mercato in forte crescita, CrowdFundMe è diventato in pochi anni il portale di riferimento per gli investitori retail e non solo, con il 42% del mercato. Ecco le fasi salienti della sua storia.

La storia di CrowdFundMe: da startup autofinanziata a società quotata in Borsa

“Innovare, investire, crescere”: è questo il motto di CrowdFundMe, una delle principali piattaforme di equity crowdfunding attive in Italia. La mission del team guidato da Tommaso Baldissera Pacchetti, fondatore e CEO dell’azienda, è di selezionare le migliori startup e PMI italiane e raccogliere per loro i capitali destinati alla loro crescita, facendo aumentare il valore per gli investitori e contribuire, così, alla cultura dell’innovazione.

CrowdFundMe dal 2013 a oggi

La storia di CrowdFundMe.it inizia formalmente nel 2013 (a livello operativo nel 2014), quando due giovani decidono di dar vita a una startup che potesse da una parte aiutare gli imprenditori provenienti da ogni parte d’Italia a trovare fondi per i loro progetti, e dall’altra dare nuove opportunità di investimento/diversificazione del portafoglio agli investitori, in cambio di quote nella società.

È il 2016 e i primi segnali di fiducia e crescita si vedono eccome: il portale chiude con 500mila euro di raccolta e un fatturato di 15mila euro. Il forte spirito pionieristico e la volontà di innovazione continua hanno portato CrowdFundMe a essere la prima piattaforma a introdurre, con Clicca&investi, la procedura per eseguire online l’intero processo di investimento Mifid online; prima e unica a fare autocollocamento e la prima a offrire il servizio di rubricazione.

A giugno 2017 si allarga la compagine azionaria con l’ingresso di 122 nuovi investitori e CrowdFundMe fa parlare di sé grazie alla campagna a favore di se stessa sul suo portale. Nello stesso anno sulla piattaforma vengono finanziati progetti per circa 3 milioni di euro, fino ad arrivare ai giorni nostri. Nel 2018, anno particolarmente fortunato per l’intero settore del crowdinvesting, CrowdFundMe ha superato gli 8 milioni di euro di raccolta e prevede un fatturato di 370mila euro, cifra che raddoppia quella dell’anno precedente.

Ma, soprattutto, “si chiude il cerchio con l’IPO, e siamo la prima società fintech in Italia a farlo. Vogliamo essere un esempio per tutte le società che cercano capitale e gli investitori che vogliono diversificare il proprio portafoglio investendo in esse, diventando una delle prime exit” ha detto Tommaso Baldissera Pacchetti nell’intervista che ci ha rilasciato in occasione del processo di quotazione di CrowdFundMe in borsa iniziato il 23 novembre 2018.

“L’approdo a Piazza Affari è la dimostrazione che l’equity crowdfunding funziona, e che la finanza alternativa non è una cosa separata dalla finanza tradizionale, anzi, c’è una fortissima complementarietà tra la nostra innovazione e la solidità della finanza ’classica’”.

Dall’inizio della sua attività, la piattaforma ne ha fatta di strada: ha raccolto un totale di 5.470 investimenti per un valore di 11.480.000 euro e lanciato 59 campagne, di cui 41 chiuse con successo (cioè in overfunding e in anticipo rispetto al termine prefissato).

La storia di CrowdFundMe passa attraverso diverse campagne di successo. Come non citare Glass To Power, la più grande campagna di equity mai vista in Italia chiusa in overfunding con 2,250 milioni di euro da quasi 500 investitori, e quella di Winelivery, attualmente al suo terzo round dopo un totale di raccolta pari a 400mila euro.

Gli obiettivi dopo la quotazione in Borsa

In 4 anni la realtà di CrowdFundMe si è ampliata e solidificata grazie a quelli che la società riconosce come suoi cavalli di battaglia: intuitività del portale, track record, partnership istituzionali, capacità di individuare progetti di successo, attività di marketing. Guidato da questi fattori chiave il portale, da giovane società degli esordi si catapulta ora in una nuova dimensione, Piazza Affari, forte dei risultati raggiunti e del grande interesse in questo settore.

“In questa fase intendiamo utilizzare le risorse per accelerare la nostra crescita organica, quindi puntiamo a implementare tecnologicamente la nostra piattaforma e l’attività di marketing. Un altro obiettivo importante è l’educazione finanziaria nel medio-lungo periodo per far scoprire l’equity crowdfunding agli investitori più tradizionali o a chi non conosce ancora questa forma di investimento alternativa” ha detto il CEO.

CrowdFundMe ad oggi non rappresenta solo la prima piattaforma in Italia per numero di investitori, ma anche la prima piattaforma di equity crowdfunding a quotarsi in Borsa in Europa. È anche la prima opportunità di exit per una campagna di equity crowdfunding - non immobiliare - per tutti gli investitori che nel luglio 2017 hanno sottoscritto l’aumento di capitale nel corso dell’auto-campagna di crowdfunding del portale.

Sempre vicina agli investitori retail e alle esigenze degli utenti (ne è un esempio la guida realizzata con la startup EasyTax Assistant sulle detrazioni per chi finanzia startup e PMI innovative e come compilare la dichiarazione dei redditi), la piattaforma si è anche avvalsa di importanti partnership con attori del mondo accademico, istituzionali e finanziario come Politecnico di Milano - Polihub, l’incubatore SpeedMiUp, WebSim, Fideuram e Directa, quest’ultima allo scopo di offrire il servizio di rubricazione delle quote.

Adesso la società intende perseguire il suo obiettivo di leadership sul mercato italiano dell’equity crowdfunding seguendo 3 direzioni principali: ampliare il pubblico di investitori interessati all’equity e far conoscere questo innovativo asset class per la diversificazione del portafoglio a una platea sempre più vasta; puntare sulle PMI che cercando un modo per dare propulsione al proprio business; continuare a innovare.

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