Il nuovo appuntamento di PresaDiretta si occupa della guerra commerciale fra Cina e USA, e di altri aspetti macro che interessano direttamente la sopravvivenza del Made in Italy. Ospite in apertura Raffaele Cantone
È la "guerra dei dazi", ovvero la guerra commerciale fra Stati Uniti e il resto del mondo il piatto forte della puntata di stasera, 21 gennaio, di PresaDiretta.
La guerra commerciale scatenata da Trump con i dazi su acciaio e alluminio - si legge in un comunicato - è già costata al mondo intero 500 miliardi di dollari e la riduzione del 6% del commercio internazionale. L’Europa risposto firmando trattati di libero scambio con Giappone e Canada. Cosa deve fare l’Italia per salvare le rotte commerciali fondamentali per l’esportazione del made in Italy?
L’intervista a Raffaele Cantone
Raffaele Cantone, il presidente dell’Anac, è l’ospite in studio di Riccardo Iacona in apertura di puntata. Cantone fa un bilancio delle attività anticorruzione, sia con un giudizio sulla Legge “spazzacorrotti” ("Buona"), sia ricordando che l’Italia ha migliorato negli ultimi anni la sua posizione nelle classifiche globali dei paesi meno corrotti.
Il presidente Anac evidenzia inoltre che le imprese, nei Paesi con bassi livelli di corruzione, guadagnano di più. "La corruzione non è olio per il motore, ma sabbia", conclude Cantone.
Ceta si, Ceta no?
Gran parte della puntata di PresaDiretta viene dedicata al Ceta, accordo commerciale per il libero scambio siglato fra l’UE e il Canada. L’obiettivo è comprendere gli effetti di questo e altri patti simili sull’economia nazionale.
Contro l’accordo, emerge dalle varie (autorevoli) testimonianze, sono state prese posizioni di principio. All’inizio è stata Coldiretti ad opporsi, in seguito la causa è stata sposata prima da Matteo Salvini, infine da Luigi Di Maio e Giorgia Meloni. Ma per Vincenzo Boccia di Confindustria l’Italia può solo beneficiare da uno scambio globale libero.
“La nostra industria è talmente potente che il suo export ha bisogno del mondo intero, l’Italia da sola non può bastare”
dice Boccia.
E il grano canadese?
Era stata paventata da più parti una possibile invasione del grano canadese, sotto il mirino degli ambientalisti per l’uso del glifosato. Ma alla fine l’importazione è crollata del 53%, e il Ceta non c’entra nulla. Temendo il parere avverso dei consumatori, i principali pastifici italiani hanno deciso di non usarlo. Ciò che invece è direttamente collegato al Ceta è l’aumento dell’esportazione del Made in Italy.
L’inviata Elena Marzano è andata in Canada, a vedere da vicino cosa sta succedendo ai prodotti italiani da quando è operativo il Ceta. E pare che il Paese si sia letteralmente innamorato dei nostri beni. A beneficiarne non sono stati soltanto i prodotti alimentari, ma anche il settore del lusso, vessato dalla crisi economica.
PresaDiretta è in onda dalle 21.20 su Rai 3.
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