"La Germania ha tratto benefici dalla crisi greca", dice uno studio tedesco

Christian Dalenz

17/08/2015

Un istituto tedesco di studi economici mostra come la crisi del debito pubblico greco abbia portato grandi risparmi al bilancio pubblico della Germania

Il Leibniz-Institut für Wirtschaftsforschung Halle (IWH) ha pubblicato a Luglio di quest’anno uno studio secondo il quale la Germania, in termini di risparmio sull’interesse dovuto sui propri titoli di Stato venduti sul mercato, ha ricavato grandi guadagni dalla contestuale crisi del debito pubblico greco.

Gli economisti tedeschi Dany, Gropp e von Schweinitz partono dall’osservare quale era il tasso medio sui bund tedeschi nel periodo precedente la crisi del 2007 (di poco superiore al 3%), verificando che è stato più alto dei tassi osservati successivamente, durante le diffuse crisi di debito pubblico in Europa (tra lo 0,44% e lo 0,68% fino al 2011 e di poco superiore allo 0% negli anni successivi, fino a diventare addirittura negativi nel 2015); ciò significa che i soldi dovuti agli acquirenti dei titoli tedeschi sono stati molto meno nel periodo 2008-2015 che negli anni precedenti, con un conseguente risparmio stimato in circa 100 miliardi di euro per il bilancio pubblico della Germania.

Gli studiosi ritengono che questo differenziale vada spiegato attraverso due cause:

la politica monetaria della BCE, che è stata particolarmente espansiva soprattutto a partire dal 2011 in avanti; se fosse stata calibrata esclusivamente sulle condizioni economiche della Germania, non sarebbe stata sicuramente così generosa, dunque la Germania ha beneficiato di decisioni da parte del Consiglio Direttivo della BCE basate principalmente sulle condizioni difficili di altri Paesi (tra cui la Grecia);

la crisi del debito pubblico greco avrebbe spinto all’acquisto di titoli tedeschi, considerati più sicuri rispetto ai titoli ellenici; ciò ha portato ad un rialzo dei tassi sul debito greco ed un abbassamento dei tassi sui bund (per via delle legge della domanda e dell’offerta: titoli più richiesti, perchè più sicuri, finiranno per avere un prezzo maggiore e un tasso di interesse garantito all’investitore minore, mentre i titoli greci dovranno far scendere il proprio prezzo ed aumentare il tasso di interesse per invogliare l’acquisto).

Per dimostrare la validità della seconda causa, gli economisti si concentrano sul periodo Ottobre 2014 - Luglio2015, ovvero il caldo periodo di trattative (compreso il periodo elettorale precedente alle elezioni di Gennaio 2015) tra il nuovo governo greco guidato da Alexis Tsipras e la cosiddetta "Troika", poi ribattezzata "Istituzioni". In questo lasso di tempo, si può osservare come nei momenti in cui l’accordo per un nuovo prestito nei confronti della Grecia è sembrato più lontano, e quindi la possibilità dell’uscita della Grecia dall’euro più probabile, i mercati recepivano queste come "cattive notizie": e contestualmente, i tassi di interesse sui titoli greci aumentavano, mentre diminuivano quelli sui bund tedeschi.

Gli studiosi, in conclusione, si aspettano che la Germania continuerà a beneficiare da questa situazione, considerando che la situazione economica greca è ancora difficile e che considerando che grandi quantità di titoli tedeschi sono stati emessi con maturità a medio e lungo periodo, questi conserveranno i bassi tassi di interesse che hanno ottenuto grazie al presente stato di cose.

Perciò se da una parte è vero che la Germania ha un credito nei confronti della Grecia di 75 miliardi circa (sommando la cifra richiesta da banche e Stato), ne ha però guadagnato circa 100 per aver attratto maggiori capitali in quanto Paese meno esposto alla crisi europea dei debiti pubblici: forse questa osservazione potrebbe essere tenuta in maggiore considerazione da parte dei politici europei.

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