La Fed può perdere il denaro investito? L’altra faccia del Quantitative Easing

Federica Agostini

30 Gennaio 2013 - 12:50

La Fed può perdere il denaro investito? L’altra faccia del Quantitative Easing

Dal The Economist, traduciamo questa interessante analisi sulla politica monetaria della Fed che illustra i benefici ed i possibili rischi della politica del Quantitative Easing, certamente oggetto del meeting FOMC in corso in queste ore. Cosa potrebbe accadere se la Fed perdesse il denaro investito?

L’altra faccia del QE

Da quando, nel 2008, la Fed ha iniziato a comprare titoli finanziari molti si sono preoccupati del fatto che tali acquisti avrebbero potuto esporre i contribuenti, perché il debito acquistato dalla Federal Reserve sarebbe potuto crescere. I titoli acquistati grazie alla creazione di nuovo denaro, sebbene con la strategia definita Quantitative Easing (QE) avrebbero potuto scendere violentemente, se i tassi di interesse fossero saliti.

La realtà è stata più semplice. Gli asset della Fed sono lievitati di circa tre mila miliardi di dollari, per lo più nella forma di Titoli del Tesoro e titoli ipotecari garantiti (MBS).

Prima della crisi, i profitti della Fed erano solo un terzo di quello che sono adesso.

La Fed guadagna il denaro come fanno la maggior parte delle banche: dallo spread tra beni e interessi sul debito. Le attività passive della Fed sono costituite principalmente dalla moneta in circolazione, che non paga interesse, e dalle riserve, il denaro che le banche commerciali tengono a deposito presso la banca centrale.

Dal 2008, tali riserve sono "esplose" a 1.6 mila miliardi di Dollari, sui quali la banca paga solo lo 0.25% di interesse. La differenza tra il costo ed il rendimento medio è di circa il 3.5% sui titoli obbligazionari e spiega il "signoraggio" come il profitto ricavato dalla Fed nella stampa di moneta.

Che succede se la FED perde il denaro investito?

Alcuni funzionari della Federal Reserve temono quello che potrebbe accadere dopo. Quando la Fed alzò in passato i tassi di interesse, i profitti furono scarsi perché le riserve erano al minimo e non guadagnò sugli interessi. Dal 2008, la Fed paga gli interessi sulle riserve per mantenere sotto controllo i tassi di interesse. Così, quando alla fine stringerà la politica monetaria, dovrà pagare maggiori interessi.

Per assorbire le riserve, la banca potrebbe dover vendere alcune obbligazioni a meno di quanto le abbia pagate. Teoricamente, potrebbe addirittura finire col perdere i soldi, un rischio che cresce all’aumentare dei titoli acquistati.

In un recente studio, cinque economisti della Fed hanno calcolato che se la banca comprasse bond per mille miliardi quest’anno e poi iniziasse a stringere le misure di politica monetaria nel 2014, per il 2017 il profitto della Fed si trasformerebbe in perdita. Le perdite cumulate potrebbero raggiungere i 40 miliardi di dollari in spese sui tassi di interesse e in perdite realizzate sulle vendite dei titoli MBS (supponendo che la Fed tenga i titoli fino a scadenza). Se i tassi di interesse aumentassero più rapidamente del previsto, le perdite arriverebbero fino ad un picco di 125 miliardi di dollari e alla Fed non sarebbero corrisposti profitti per sei anni.

Quanto ci rimetterebbe il governo?

Per l’intero governo, le perdite sarebbero meno di quante sembrano a prima vista.
L’interesse pagato sulle riserve della Fed costituisce l’interesse che il tesoro dovrebbe pagare al pubblico se le obbligazioni non fossero detenute nella banca centrale.
Ma ciò preoccupa alcuni dei funzionari della Fed, visti i regolari attacchi da parte dei Repubblicani al Congresso. "Essere considerati per aver tolto i soldi ai contribuenti, non può che intensificare le pressioni sulla Fed, fino al punto in cui almeno una parte dell’indipendenza della banca centrale sia messa a rischio" spiega Roberto Perli, ex economista della Fed. Perli ritiene che alcuni funzionari Fed possano essere abbastanza preoccupati al punto di volersi opporre al QE una volta che siano raggiunti i mille miliardi (di acquisti) alla fine di quest’anno, anche se l’economia non dovesse essersi ripresa.

Quantitative Easing: la prova dell’efficacia

Che tali preoccupazioni possano saltare fuori perché dettate da circostanze economiche è tuttavia discutibile. La Fed non avrebbe in realtà bisogno dell’infusione dei contribuenti. Uno dei vantaggi della banca centrale è che può stampare il denaro che le serve per pagare gli interessi. Se ciò crea perdite crea anche la contropartita delle "imposte differite attive" nel bilancio, che rappresentano utili futuri non dovranno essere inviarti al Ministero del Tesoro. Il profitto utile sarebbe nulla al confronto con il totale dell’interesse risparmiato; un gettito fiscale più alto a causa di una crescita maggiore può generare 500 miliardi di dollari di profitto che il QE ha reso impossibile. Ancor più importante, le perdite avverrebbero soltanto quando l’economia sia abbastanza forte da poter sostenere tassi di interesse maggiori. Un ciclo che, alla fine, sarebbe la prova del corretto funzionamento del QE.

Traduzione a cura di:

Federica Agostini

Fonte: The Economist

The other side of QE

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