Perché la Fed non alzerà i tassi nell’immediato

Roberto Donzelli

25/03/2021

28/12/2021 - 12:30

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Dall’ultima riunione della Fed emerge che non c’è l’intenzione di alzare i tassi fino al 2024. La politica monetaria espansiva dovrebbe quindi continuare.

Perché la Fed non alzerà i tassi nell’immediato

La Federal Reserve, la Banca Centrale degli USA, è sicuramente la più importante banca centrale del mondo e poiché detta la politica monetaria della prima economia del mondo, oltre che quella più dinamica, è sempre tenuta particolarmente sotto controllo da tutti gli operatori economici e finanziari del mondo.

Quando la Fed intraprende una politica restrittiva e di rialzo dei tassi, gli operatori internazionali diventano più prudenti e guardinghi, perché temono un rallentamento dell’economia USA e, a seguire, di quella mondiale. Viceversa, quando la strada della Fed è quella dell’espansione monetaria, allora troviamo maggior fiducia.

La politica monetaria della Fed dopo il Covid

La politica Fed è stata sicuramente espansiva dopo l’esplosione a livello mondiale del Covid-19. Per fronteggiare l’inevitabile calo del PIL americano e globale, la banca centrale statunitense ha dato tutto il supporto possibile per quelli che sono i suoi (enormi) poteri. Tassi ridotti all’osso, pacchetto di stimolo monetario e acquisto titoli sul mercato. Questa volta l’acquisto dei titoli ha riguardato addirittura il debito corporate, per evitare un aumento eccessivo dell’onerosità finanziaria dei prestiti alle imprese.

Sebbene questo acquisto di obbligazioni corporate abbia comunque riguardato solo il debito delle maggiori corporation, è stato comunque un tipo di intervento senza precedenti nella storia.

Ora l’economia USA sembra aver tenuto piuttosto bene. Il calo del PIL c’è stato, ma non è stato eccessivo e il rimbalzo atteso è piuttosto importante. Se confrontiamo i consuntivi e le attese dell’economia americana con quelli europei, il divario è enorme. A questo si aggiunge il fatto che anche l’Asia è in piena ripresa. Insomma, i timori per il crollo prolungato dell’economia sembrano venire progressivamente meno.

Da qui l’idea di qualche analista che la Fed possa presto invertire la rotta, ridurre l’espansione monetaria e tornare a rialzare i tassi. Anche per frenare un po’ l’inflazione, che in questi ultimi mesi sta risalendo in modo abbastanza deciso.

Perché (per ora) la Fed non alzerà i tassi

Nell’ultima riunione della Fed avvenuta nelle prime settimane di marzo, non sono emerse particolari intenzioni restrittive.
Il governatore Powell ha dichiarato che i tassi saranno mantenuti a zero fino a che l’inflazione non avrà superato il livello target del 2% e non sarà raggiunta la piena occupazione.

Di per sé, poi, il semplice raggiungimento del 2% di inflazione potrebbe non richiedere la stretta monetaria fino a che anche altri parametri economici non inizieranno a segnalare un certo surriscaldamento economico.

Non a caso, il programma di acquisto di bond continua al ritmo di 120 miliardi di dollari al mese e questo è uno dei principali segnali per gli operatori, perché nel recente passato la fase di rialzo dei tassi è sempre stata preceduta dall’interruzione del piano di acquisto di titoli (operazione conosciuta come “tapering”).

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Per la maggior parte degli operatori, i tassi resteranno a zero o comunque nelle vicinanze di questo livello fino al 2024.

Qualche voce fuori dal coro

È comunque corretto segnalare qualche visione diversa. Alcuni analisti, infatti, si attendono un rialzo prima del 2024, mettendo insieme diversi elementi.
In primo luogo, anche all’interno della Fed ci sono quattro «official» su diciotto che vedono probabile un rialzo già nel 2022, mentre altri sette lo ritengono probabile nel 2023. Questo segnala il fatto che dentro la Fed iniziano ad esserci un po’ meno «colombe» e qualche «falco» in più.

Inoltre, il mercato dei Treasury Bond americani sta già scontando un rialzo dei rendimenti per tenere il passo con l’aumento dell’inflazione. Dal febbraio 2020, quando il rendimento del decennale toccò un minimo a 0,65% circa, c’è stato un rialzo di un punto percentuale pieno, con il nuovo yield che ha toccato quota 1,75% in alcune recenti sedute.

Se i tassi di mercato sulle scadenze più lunghe continueranno a salire, allora anche la Fed non potrà ignorare a lungo il cambio di scenario e probabilmente potrebbe trovarsi ad anticipare la stretta monetaria.

Per ora, quindi, la politica monetaria della Fed resta espansiva, ma occorre tenere gli occhi bene aperti, perché come abbiamo visto l’ultimo anno le cose cambiano molto in fretta e non è per nulla scontato che si dovrà attendere il 2024 per un cambio di direzione.

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