L’Europa è davvero fuori dalla recessione? Ecco cosa dicono i dati

Michele Ciccone

11/11/2013

In attesa dei market mover di questa settimana, da più parti sentiamo dire che l’Europa è fuori dalla recessione. I dati trimestrali di alcuni paesi dell’area mostrano una crescita del Pil sopra lo zero. I dati annuali, invece, ci raccontano una storia diversa, fatta di depressione economica e disoccupazione crescente.

L’Europa è davvero fuori dalla recessione? Ecco cosa dicono i dati

La BCE ha dichiarato che l’Eurozona è sulla via della ripresa. Saccomanni ha detto che l’Italia è fuori dalla recessione. Le fonti ufficiali sono ottimiste, "ormai il peggio è passato!" si sente pronunciare alle conferenze stampa. Quotidiani di prestigio internazionale ci parlano di Grecia, Spagna e Portogallo come perfetti esempi di "austerità ben riuscita", con gli spreads in caduta ed il governo greco che si aspetta un ritorno alla crescita nel 2014.

I dati sulla produzione industriale italiana

Alle 10:00 di questa mattina sono usciti i dati sulla produzione industriale italiana per il mese di ottobre: conferma delle previsioni degli analisti ad un +0,2% sul mese precedente, a fronte di un -0,2% (rivisto) di settembre e di un -1,1% di Agosto. Un dato positivo secondo gli esperti, con il cambio EuroDollaro in lieve salita a 1.3394. Ci pensa però l’Istat a frenare gli entusiasmi. L’istituto di statistica ammonisce che le prospettive di crescita per l’Italia nel 2013 vanno riviste al ribasso, con un atteso -1,8% a fronte di un -1,7% stimato. La riduzione sarebbe da attribuire ad un calo della domanda interna.

Martedi i dati sull’inflazione tedesca

Le previsioni degli analisti sull’andamento dei prezzi al consumo teutonici di Ottobre sono identiche al dato effettivo di settembre, che vede l’indice in calo dello 0,2%. La disinflazione tedesca è stata una delle principali ragioni, secondo fonti ufficiali, che hanno spinto la BCE ad abbassare i tassi d’interesse allo 0,25%. Per osservare un aumento dei prezzi al consumo in Germania dovremmo allora forse pazientare fino a dicembre, quando i dati del mese precedente potranno presumibilmente risentire del taglio dei tassi.

Attesa per i dati di mercoledi sul Pil dell’area Euro

Nel secondo trimestre l’Eurozona ha registrato un tasso di crescita dello 0,3% dopo circa 7 trimestri di contrazione. La Germania ha mostrato una crescita dello 0,7%, mentre la Francia si è attestata ad uno 0,5%. Per l’Italia si è osservata una contrazione dello 0,2%, dopo una crescita negativa dello 0,5% nel primo trimestre. Le aspettative di Ottobre per la Francia sono di un +0,1%, per la Germania di un +0,3% e per l’Italia una contrazione dello 0,2%.
Le stime sulla produzione industriale dell’area Euro sono attese ad un -0,2% rispetto al mese precedente.

Siamo allora davvero fuori dalla recessione?

Secondo Simon Nixon del Wall Street Journal

L’area dell’euro è fuori dalla recessione. Spagna e Portogallo stanno crescendo; il governo greco si aspetta un ritorno alla crescita nell’anno venturo. I rendimenti dei titoli pubblici della periferia stanno diminuendo sensibilmente. Sta inoltre per prendere piede l’unione bancaria, con la speranza che si possa assistere ad un maggiore flusso di credito concesso a famiglie e imprese e ad un ripristino della fiducia dei consumatori.

Non vogliamo essere disfattisti e pessimisti a tutti i costi. I dati trimestrali, però, sebbene importanti per il mercato valutario a breve termine, non fungono, a nostro parere, da chiarificatori. Diamo infatti uno sguardo al grafico qui sotto.

Dei sette paesi considerati, solo tre (Germania, Francia e Irlanda) mostrano tassi di crescita annua del Pil positivi tra il 2011 e il 2013. Più precisamente, la Francia presenta un’economia stazionaria, con i saggi di variazione praticamente intorno allo zero, mentre la Germania cresce, si, ma sempre meno. L’Irlanda mostra un andamento del Pil al rialzo, sebbene i tassi di crescita si attestino sempre al di sotto dell’1% annuo. La ripresa (se di ripresa si può parlare) riguarda solo alcuni dei paesi considerati, e di certo in una misura tale da non giustificare troppo entusiasmo.
Per quanto riguarda la Grecia, poi, sembra veramente un miraggio l’idea di una ripresa nel 2014.

I dati sulla disoccupazione sono poi ancora meno confortanti. Ad eccezione del’Irlanda, tutti i paesi considerati registrano tassi di disoccupazione crescenti su livelli allarmanti: 26,9% in Grecia, 26,8% in Spagna, 12,5% in Italia, 17,4% in Portogallo. L’onestà intellettuale non consente allora di poter definire una simile situazione come ripresa economica. Una crescita trimestrale sopra lo zero di alcuni market mover non è sufficiente a poter stabilire che l’Europa è fuori dalla crisi.

Se si vuole veramente uscire dalla depressione (e non recessione) c’è bisogno di un decisivo cambio di rotta da parte delle politiche economiche. Vista la situazione attuale, l’eventualità ci sembra tristemente e altamente improbabile.

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