Jobs Act, ultime novità: possibile referendum su voucher lavoro e licenziamenti?

Stefania Manservigi

6 Luglio 2016 - 18:30

Possibile referendum sul Jobs Act in arrivo? Ecco le novità sui quesiti proposti dalla Cgil su voucher lavoro e licenziamenti.

Jobs Act, ultime novità: possibile referendum su voucher lavoro e licenziamenti?

Il Jobs Act potrebbe essere oggetto di referendum per quanto riguarda le norme sui voucher lavoro e il reintegro in caso di licenziamento.
L’iniziativa è partita dalla Cgil che ha proposto una raccolta firme volta proprio a indire il referendum in questione.
L’ipotesi di un referendum che coinvolga il Jobs Act, dunque, è sempre più vicina in seguito al deposito in Corte di Cassazione di una raccolta di 3,3 milioni di firme.
I quesiti che la Cgil vorrebbe sottoporre a referendum sono tre e potrebbero quindi modificare la normativa sul lavoro.
Vediamo di seguito di cosa si tratta.

Jobs Act, quesiti possibile referendum: voucher, licenziamenti e responsabilità solidale negli appalti
Il primo quesito riguarderebbe quanto previsto dal Jobs Act in materia di voucher lavoro. La Cgil, infatti, chiede la cancellazione dei voucher Inps il cui ambito di applicazione è stato ampliato raggiungendo i 115 milioni di tagliandi nel 2015. Secondo la leader della Cgil Susanna Camusso, infatti, i voucher costituiscono la nuova frontiera del precariato.
Altro tema oggetto di referendum potrebbe essere quello riguardante i licenziamenti. La Cgil chiede il ripristino dell’articolo 18 e del reintegro nel caso di licenziamento illegittimo, abrogando una norma inserita all’interno del Jobs Act che ha liberalizzato i licenziamenti economici.
L’ultimo quesito, infine, riguarda il ripristino della responsabilità solidale negli appalti: in caso di violazioni nei confronti del lavoratore devono rispondere sia la stazione appaltante sia l’impresa aggiudicatrice.

Jobs Act, ci sarà il referendum?
Dopo il deposito della raccolta firme della Cgil in Corte di Cassazione la palla è passata alla Corte Costituzionale. Sarà infatti quest’ultima a doversi esprimere entro settembre circa l’ammissibilità dei quesiti proposti. Nel caso in cui la Corte costituzionale desse il via libera al referendum, la Corte di Cassazione entro la fine del 2016 dovrà certificare le firme e il raggiungimento del quorum (il quorum richiesto è di 500mila firme). Solo allora entrerà in campo il Governo che avrà il compito di indire il referendum entro il termine di 6 mesi.
Secondo la leader della Cgil Susanna Camusso il risultato della raccolta firme è

"straordinario e importante”

e testimonia il consenso che le proposte del sindacato

"incontrano nel Paese".

Sulla possibilità che la raccolta firme possa diventare effettivamente un referendum sul Jobs Act ha annunciato:

"Attendiamo con fiducia che la Corte di Cassazione si pronunci sull’ammissibilità dei nostri quesiti referendari e siamo pronti per la prova del voto, convinti delle nostre ragioni".

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