Jobs Act, contratto part-time 2017. Ecco tutte le regole

Francesco Oliva

29 Gennaio 2017 - 09:58

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Il Jobs Act ha modificato radicalmente alcune regole sui contratti part-time. Ecco tutte le regole valide nel 2017.

Jobs Act, contratto part-time 2017. Ecco tutte le regole

Contratto Jobs Act part time 2017: quali regole?

Il Jobs Act ha totalmente ridefinito le modalità di funzionamento dei contratti di lavoro, dal contratto a tutele crescenti ai co.co.pro., i cambiamenti sono tanti e rilevanti.

All’interno di questo articolo ci occuperemo delle modifiche riguardanti il contratto part-time o a tempo parziale: sebbene infatti l’impianto sia rimasto lo stesso, vengono concepite nuove opzioni che offrono un margine più ampio ai lavoratori.

Ecco la guida al nuovo contratto part-time con il Jobs Act.

Jobs Act: ecco il nuovo contratto part-time 2017

Il cosiddetto contratto part-time è un contratto di lavoro dipendente, denominato anche a tempo parziale proprio perché prevede meno ore di lavoro rispetto a quello a tempo pieno.

La legge prevede la possibilità di stipulare quella forma contrattuale sia a tempo determinato che a tempo indeterminato.

Nel contratto devono essere obbligatoriamente indicati i seguenti dati:

  • la durata dello stesso;
  • l’orario di lavoro con riferimento giornaliero, settimanale, mensile e annuale.

Ci sono essenzialmente tre tipi di contratto part-time:

  • contratto part-time orizzontale che prevede la riduzione dell’orario giornaliero,
  • contratto part-time verticale che prevede la riduzione dell’orario settimanale o mensile,
  • contratto part-time misto che mixa le due precedenti forme.

Jobs Act. contratto part-time 2017: supplementare e straordinario
Il Jobs Act conferma quanto stabilito dalla precedente normativa.

Anche nel 2017 sarà possibile svolgere una prestazione supplementare rispetto all’orario concordato solo nel caso in cui il contratto sia di tipo orizzontale, a condizione che venga rispettato il numero di ore massimo previsto dai CCNL.

Ma c’è anche una novità: nel caso in cui il contratto collettivo nazionale di riferimento non contenga delle regole specifiche, il limite massimo non è più quello del contratto a tempo pieno, ma sarà il datore di lavoro a “richiedere al lavoratore lo svolgimento di prestazioni di lavoro supplementare in misura non superiore al 15% delle ore di lavoro settimanali concordate”.

Per quanto riguarda lo straordinario, la norma prevede questa possibilità solo per il part-time verticale e misto. Il Jobs Act ha però introdotto delle modifiche sulle clausole di flessibilità ed elastiche. Saranno infatti i datori di lavoro a variare l’orario concordato, previa comunicazione con un anticipo di due giorni. La variazione però, nel caso di assenza di riferimenti nel CCNL, dovrà essere inferiore al 25% dell’orario precedentemente pattuito.

Jobs Act, contratto part-time 2017: il trattamento economico

Secondo le regole stabilite il trattamento economico del lavoratore part-time non può essere inferiore a quello del lavoratore a tempo pieno con lo stesso inquadramento. Lo stipendio sarà solo commisurato all’orario ridotto. Per quanto riguarda il part-time verticale, si possono prevedere delle differenze rispetto al tempo pieno, nel periodo di prova e in quello di conservazione del posto di lavoro in caso di malattia o infortunio.

Nel Jobs Act è specificato che:

I contratti collettivi possono prevedere una percentuale di maggiorazione sull’importo della retribuzione oraria globale di fatto, dovuta in relazione al lavoro supplementare. I contratti collettivi possono anche stabilire che l’incidenza della retribuzione delle ore supplementari sugli istituti retributivi indiretti e differiti sia determinata convenzionalmente mediante l’applicazione di una maggiorazione forfettaria sulla retribuzione dovuta per la singola ora di lavoro supplementare”.

Jobs Act, Contratto part-time 2017 e congedo parentale

E’ forse il capitolo che contiene più novità rispetto al passato. La prima è la possibilità di richiedere il contratto part-time al posto del congedo parentale. I genitori possono chiederlo una sola volta, nel corso dei primi 12 anni di vita del bambino in cui è previsto il congedo parentale, con una riduzione massima di orario pari al 50%. In questo caso, il part-time avrà la stessa deurata del congedo parentale, vale a dire dieci mesi complessivi per i due genitori, con un massimo di sei a testa).

Jobs Act, Contratto part time 2017: malattie

Il decreto di riforma Contratti consente ai dipendenti pubblici e privati, di trasformare il loro contratto in part-time, nel caso in cui siano affetti da patologie oncologiche o da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti, che comportano una ridotta capacità lavorativa, eventualmente anche a causa degli effetti invalidanti di terapie salvavita. A richiesta del lavoratore il rapporto di lavoro è trasformato nuovamente a tempo pieno.

Si prevede una priorità nella trasformazione del contratto part-time nei seguenti casi:

  • patologie oncologiche o gravi patologie cronico-degenerative riguardanti il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore o della lavoratrice;
  • totale e permanente inabilità lavorativa di una persona convivente a cui è riconosciuta invalidità al 100%, che ha necessità di assistenza continua;
  • figlio convivente di età non superiore a 13 anni o con figlio convivente portatore di handicap.

Si specifica, infine, che il lavoratore che abbia trasformato il rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale ha diritto di precedenza nelle assunzioni con contratto a tempo pieno per l’espletamento delle stesse mansioni o di quelle equivalenti a quelle oggetto del rapporto di lavoro a tempo parziale.

Jobs Act, Contratto part-time 2017: le sanzioni

Il decreto sulla riforma dei contratti prevede le seguenti sanzioni:

In difetto di prova in ordine alla stipulazione a tempo parziale del contratto di lavoro, su domanda del lavoratore è dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno, fermo restando, per il periodo antecedente alla data della pronuncia giudiziale, il diritto alle retribuzioni ed al versamento dei contributi dovuti per le prestazioni effettivamente rese.
2. Qualora nel contratto scritto non sia determinata la durata della prestazione lavorativa, su domanda del lavoratore è dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data della sentenza. Qualora l’omissione riguardi la sola collocazione temporale dell’orario, il giudice determina le modalità temporali di svolgimento della prestazione lavorativa a tempo parziale con valutazione equitativa, tenendo conto in particolare delle responsabilità familiari del lavoratore interessato, della sua necessità di integrazione mediante lo svolgimento di altra attività lavorativa, nonché delle esigenze del datore di lavoro. Per il periodo antecedente alla data della pronuncia della sentenza, il lavoratore ha in entrambi i casi diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta per le prestazioni effettivamente rese, alla corresponsione di un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno.
3. Lo svolgimento di prestazioni elastiche o flessibili senza il rispetto delle condizioni, delle modalità e dei limiti previsti dalla legge o dai contratti collettivi comporta a favore del prestatore di lavoro il diritto, in aggiunta alla retribuzione, dovuta, alla corresponsione di un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno
”.

Jobs Act, contratto part-time 2017: gli assegni familiari

Nel caso in cui il contratto preveda una prestazione lavorativa settimanale di durata non inferiore al minimo di ventiquattro ore, il lavoratore avrà diritto a ricevere gli assegni per il nucleo familiare.

A tal fine sono cumulate le ore prestate indiversi rapporti di lavoro. In caso contrario spettano tanti assegni giornalieri quante sono le giornate di lavoro effettivamente prestate, qualunque sia il numero delle ore lavorate nella giornata.

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