JP Morgan ha creato l’indice Trump...

Marco Ciotola

09/09/2019

09/09/2019 - 20:17

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...per dare una quantificazione economica alle conseguenze derivanti dalle dichiarazioni pubbliche del tycoon: ecco come funziona

JP Morgan ha creato l’indice Trump...

JP Morgan ha appena creato un’indice che traccia l’effetto dei tweet di Trump sui mercati finanziari.

Non si chiama in realtà indice Trump ma indice Volfefe, rifacendosi all’enigmatico tweet del Presidente americano di qualche anno fa, che da un probabile errore di battitura diede origine a teorie complottiste, dibattiti online e infiniti meme.

I cinguettii del tycoon in grado di muovere significativamente il mercato spesso riguardano politiche commerciali e monetarie, con parole chiave che spaziano da «Cina» a «miliardo» passando per «prodotti» e arricchendo il tutto con aggettivi del calibro di «tremendous»: «enorme».

JP Morgan crea l’indice Trump

Il Volfefe Index di JP Morgan dà vita a una frazione misurabile di queste mosse di mercato, individuate nella volatilità dei tassi sui Treasury a 2 e 5 anni.

Su circa 4.000 tweet di Trump durante le sessioni di mercato dal 2018 ad oggi, solo 146 si sono mostrati in grado di movimentare lo scenario, e in media le uscite social del tycoon riescono a influenzare in maniera più massiccia il mercato obbligazionario.

La percentuale più alta di cinguettii «influenti» del Presidente si è registrata ad agosto, mentre Trump martellava la Cina sulla scia della battaglia a colpi di dazi e bacchettava la Federal Reserve sui tassi di interesse.

Nel tentativo di quantificare l’impatto dei tweet di Trump sul mercato obbligazionario, JP Morgan ha spiegato la logica alla base del tutto e l’inevitabile margine di approssimazione che va considerato:

“Il senso dell’indice è approssimativo, perché gran parte dei tweet del Presidente si sono concentrati sulla Fed e le tensioni commerciali sono generalmente considerate influenti sulle prestazioni economiche a breve termine e, allo stesso modo, sulla reazione della Fed a tali sviluppi”.

Dalla sua elezione nel 2016, Trump è stato autore in media di più di 10 tweet al giorno destinati ai suoi 64 milioni di follower, per un totale di 14.000 cinguettii in tutto il periodo associato al suo account personale, di cui oltre 10.000 dopo il 2017.

La maggior parte dei tweet di Trump arriva da mezzogiorno alle 14:00; statisticamente un tweet intorno alle 13:00 è tre volte più probabile rispetto a una qualsiasi altra ora del pomeriggio o della sera secondo il rapporto targato JP Morgan.

I giorni in cui Trump twitta di più sono spesso associabili a rendimenti negativi del mercato azionario, secondo quanto evidenziato anche da Bank of America Merrill Lynch.

Nel complesso, sebbene l’attività social di Trump possa sconvolgere i mercati con improvvisi attacchi all’esecutivo cinese o alla Federal Reserve, il bilancio per il mercato azionario può comunque considerarsi positivo: il Dow è cresciuto del 42% dalle elezioni presidenziali del 2016 e del 31% dal suo insediamento alla Casa Bianca.

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