Il mini-rinvio di 3 mesi continua ad essere l’ipotesi più accreditata. Ma da Bruxelles arrivano segnali di preoccupazione circa la copertura finanziaria dell’operazione che necessita di circa un miliardo per il rinvio di 3 mesi e di 2 miliardi nel caso si volesse far slittare l’aumento dell’Iva al 2014.
Ma Bruxelles chiede garanzie. Nel momento in cui l’Italia sta uscendo dalla procedura per deficit eccessivo, l’Europa manda al Belpaese un messaggio chiaro circa la necessità che, qualunque tipo di intervento, sia coperto da "un pieno e credibile finanziamento". E il premier Letta punta proprio sulle "larghe intese" del suo governo per reperire, in accordo con tutte le forza politiche che lo sostengono, la copertura finanziaria per l’operazione di rinvio.
Rinvio e copertura
A discapito dello slittamento di 6 mesi, quello che emerge dall’incontro del premier Letta con Mario Monti è che l’ipotesi più accreditata sia ancora il mini-slittamento di soli 3 mesi. L’aumento di un punto percentuale di Iva che passerebbe così dal 21% al 22% slitterebbe da luglio a ottobre. La decisione politica sembra presa, ora la palla passa in mano al ministero dell’Economia a cui spetta il compito di mettere mano al portafogli. Il ministro Saccomanni auspica la disponibilità dei colleghi degli altri dicasteri affinché si possa procedere a riduzioni di spesa ponderati e non tagli lineari.
Un buon 50-60% della copertura dovrebbe comunque arrivare da tagli alla spesa di alcuni ministeri, in particolare quelli che hanno ricadute sul versante degli investimenti.
L’idea è anche di mettere mano alla cosiddette risorse dormienti, quelle già in parte utilizzate per rifinanziare la cassa integrazione in deroga. Tutto questo da integrare, in caso di necessità, con nuove entrate provenienti da un ritocco delle accise su alcolici e sigarette, anche elettroniche. Nessun aumento questa volta dovrebbe colpire i carburanti. Lungo queste coordinate si muove il governo per cercare le risorse necessarie per il tanto discusso rinvio dell’aumento di un punto percentuale dell’Iva.
Beni interessati
Del famigerato aumento dell’Iva si parla ormai da settimane e si chiede a gran voce il suo rinvio di almeno 3 mesi, o meglio la sua sospensione totale. A questo proposito è bene ricordare come l’Iva al 21% non interessi beni di prima necessità come i generali alimentari a cui si applica l’Iva al 4% o al 10%. Di seguito proponiamo un elenco dei principali bene interessati dall’aumento dell’Iva dal 21 al 22%:
- Televisori, macchine fotografiche e videocamere
- Computer, portatile, palmare e tablet -
- Autocaravan, caravan e rimorchi
- Imbarcazioni, motori fuoribordo equipaggiamento barche
- Strumenti musicali, giocattoli, giochi tradizionali ed elettronici
- Articoli sportivi, manifestazioni sportive e parchi divertimento
- Stabilimento balneare, piscine, palestre e altri servizi sportivi, pacchetti vacanza
- Automobili, ciclomotori e biciclette
- Affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto
- Abbigliamento e calzature
- Rasoi elettrici, taglia capelli, phon, articoli per la pulizia e l’igiene personale, profumi e cosmetici
- Gioielleria e orologeria, valigie e borse e altri accessori
- Biancheria e tessuti per la casa, mobili
- Frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forno
- Bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche, liquori, superalcolici, aperitivi alcolici, vini e spumanti.
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