Al Sud Italia l’agricoltura cresce, il PIL anche e supera quello del Centro Nord dopo anni: è quanto emerge dal rapporto Ismea-Svimez.
Il Sud Italia riparte dall’agricoltura e il suo PIL cresce, anche più di quello del Centro Nord. Erano anni che non accadeva. Il risveglio del Sud è emerso dai dati del rapporto Ismea-Svimez.
Il PIL del Sud infatti a cavallo tra il 2015 ed il 2016 è cresciuto dello 0,8% , mentre quello del Centro Nord dello 0,5%. La protagonista della ripresa economica del Sud è l’agricoltura, come si è potuto constatare da diversi segnali:
- l’aumento delle produzioni dop e doc, come la mozzarella di bufala che rientra tra i primi cinque prodotti italiani che incidono notevolmente sul fatturato;
- il ritorno dei giovani alla terra con la conseguente nascita di nuove imprese e aziende che guardano alla tradizione e ai prodotti di qualità;
- il rilancio di esportazioni, basti pensare che il Regno Unito è il primo paese ad importare prodotti agricoli made in Sud;
- il rilancio di attività legate all’agriturismo e alle energie rinnovabili;
- il rilancio degli spazi verdi.
Soltanto nei primi mesi del 2016 infatti sono nate circa 20.000 imprese nel Mezzogiorno, piazzatosi sempre ultimo nelle classifiche.
Sud Italia: cresce l’agricoltura e aumenta l’occupazione
Stando ai dati, la crescita dell’agricoltura del Sud Italia è del +7,3% contro quello del Centro Nord del +1,6%. Anche l’occupazione nel 2016 risulta in aumento: soltanto nel primo trimestre del 2016 la crescita è stata del 5,8% e nel secondo trimestre ha raggiunto il 6,5%.
L’aumento dei posti di lavoro riguarda principalmente i giovani under 35 (+9,1%), fascia che generalmente ha più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, e la media di crescita occupazionale del Sud ha superato la media generale italiana.
L’agricoltura ha senza dubbio contribuito notevolmente in questo processo di rilancio occupazionale e nella creazione di nuovi posti di lavoro, come dimostrano non soltanto i dati ma anche il numero di giovani che stanno riscoprendo il potenziale della terra.
Gli immatricolati alle facoltà e ai corsi di studi di laurea inerenti le attività e le discipline agrarie, nell’anno accademico 2015-2016 sono aumentati dell’11,9% in Italia e, nello specifico, del 12,90% nel Sud.
Ovviamente c’è ancora del lavoro da fare per far sì che in Italia la situazione sia omogenea e colmare il perenne divario tra Nord e Sud. Ismea e Svimez hanno infatti spiegato:
"Nonostante questi andamenti incoraggianti, l’inerzia degli squilibri del passato li rende comunque insufficienti ad assicurare un adeguato ricambio generazionale. Si tratta di un fenomeno preoccupante, a cui si sta tentando di rispondere con misure dedicate al primo insediamento e con politiche di sostegno e detassazione dell’imprenditoria giovanile. L’attrazione che l’agricoltura esercita nelle giovani generazioni è l’elemento da cui partire per rafforzare un quadro che fa ben sperare sul versante occupazionale”.
Dunque la via per aumentare la competitività del Sud e del suo settore agricolo passa per i giovani e per il rinnovo: modernizzare le aziende, investire in commercializzazioni e rendere il tutto più accessibile per le nuove generazioni.
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