Italia, emergenza lavoro: la nuova proposta? La staffetta generazionale. Critiche e vantaggi

Erika Di Dio

22 Maggio 2013 - 17:07

Italia, emergenza lavoro: la nuova proposta? La staffetta generazionale. Critiche e vantaggi

L’Italia sta considerando di permettere ai lavoratori anziani di ridurre l’orario di lavoro, e fare una sorta di tutoraggio ai dipendenti più giovani come modo per ridurre la disoccupazione giovanile, che è un flagello in crescita in tutta Europa.

Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha detto che aveva in mente di discutere questa settimana dell’idea di contratti di "trasferimento generazionale" con i dirigenti sindacali.

Tale piano potrebbe offrire notevoli risparmi per i datori di lavoro e dare una spinta decisiva per la forza lavoro giovanile, che ha sopportato il peso della più lunga recessione dal dopoguerra in Italia.

Il piano è "costoso, ma possibile", ha detto Giovannini.

La coalizione di governo del Primo Ministro Enrico Letta ha inserito come priorità della propria amministrazione proprio il miglioramento della situazione della generazione dei giovani in Italia, il 38,4% dei quali sono disoccupati, pur essendo i più istruiti nella storia del paese.

Giovannini, economista che ha lasciato il timone dell’agenzia di statistica italiana per diventare ministro del lavoro, sta prendendo in considerazione una serie di misure.

Tra queste, ci sono delle modifiche alle leggi per rendere più facile per le aziende assumere lavoratori temporanei e per rinnovare i loro contratti.

Staffetta generazionale?

Ma la "staffetta" intergenerazionale è la mossa più accattivante.

In parole povere, una persona vicina al pensionamento dovrebbe lavorare metà tempo per la metà del suo stipendio, mentre il resto del suo lavoro sarebbe fatto da un lavoratore più giovane.

I datori di lavoro pagherebbero meno il loro personale più giovane, mentre ai lavoratori più anziani sarebbero promessi contributi previdenziali completi, pagati con le casse dello Stato italiano.

Critiche e meriti

Fiorella Kostoris, esperta di finanza pubblica, ha detto che "affettare e sminuzzare" un lavoro, piuttosto che crearne uno nuovo, è un grande svantaggio.

"Lavorare di meno in modo da far lavorare più persone non ci porterà da nessuna parte", ha detto. "Per far lavorare più persone dobbiamo tutti lavorare di più."

Ma quest’idea in Italia ha il potenziale merito di offrire sollievo ad azione rapida ad un’economia a rischio di un ulteriore rallentamento, mentre il pessimismo sul lavoro sta trattenendo le famiglie anche relativamente benestanti. E potrebbe anche evitare di sprecare giovane, capitale umano altamente istruito attraverso periodi prolungati di disoccupazione.

"Abbiamo bisogno di misurare il costo di questo contro il costo di non fare nulla", ha detto Giovannini in un’intervista.

Molti datori di lavoro hanno espresso interesse per la proposta, che è già stata avviata su piccola scala in Lombardia.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Wall Street Journal

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