Italia in corsa sui vaccini, ma per ora 250.000 dosi al giorno

Violetta Silvestri

27/03/2021

02/12/2022 - 11:01

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L’unico argomento che conta adesso è la corsa sui vaccini. L’Italia non può più aspettare: per ora sono 250.000 le dosi al giorno, ma Speranza promette di accelerare. Le novità.

Italia in corsa sui vaccini, ma per ora 250.000 dosi al giorno

Correre sui vaccini è l’imperativo dell’Italia.

Tutti, da destra a sinistra, dalla politica alla sanità fino ai settori economici lo ripetono e la nazione intera viaggia con un unico obiettivo: aumentare la somministrazione di dosi giornaliere per avvicinare il più possibile il ritorno alla completa normalità.

Tema centrale della conferenza stampa di ieri, 26 marzo, di Draghi e del ministro Speranza, quello del piano vaccinale ora è una assoluta priorità.

Lo hanno ribadito ancora oggi il responsabile della Sanità e diversi esponenti politici. In primis, Salvini, che proprio non riesce a digerire la possibilità di allungare le restrizioni senza zona gialla fino al 30 aprile.

La corsa dell’Italia sui vaccini, quindi, gioca anche un ruolo chiave per la tenuta del Governo Draghi.

Corsa ai vaccini per fermare l’emergenza, e non solo

Il ministro Speranza lo ha sottolineato ancora nella mattina del 27 marzo sul suo profilo Facebook:

“La campagna vaccinale è la priorità del Paese. Siamo a 250mila iniezioni in 24 ore e dobbiamo fare ogni sforzo per arrivare a mezzo milione di somministrazioni. Lavorando uniti ce la faremo.”

Gli ha fatto eco il commissario Figliuolo, che ha ribadito quanto l’impegno italiano sia al massimo per velocizzare l’immunizzazione:

“La prossima settimana arriveranno oltre un milione di dosi Pfizer, oltre 500 mila dosi Moderna e oltre un milione e 300 mila AstraZeneca, e questo è il preludio ad aprile per avere nel mese un massiccio afflusso di dosi che consenta di utilizzare appieno gli hub che stiamo andando a costruire. Non esiste alcuna disparità tra le regioni”

Il tutto, ovviamente, con l’intento di dare sicurezza sanitaria al Paese e farlo tornare a vivere senza l’incubo di una malattia fin troppo mortale nella nostra nazione.

E facendo da cornice alla riapertura di negozi e attività, alle quali si sta chiedendo ancora sacrificio in questo mese. Salvini, infatti, continua a mostrare disagio verso il rigore sposato da Draghi.

Ancora oggi, 27 marzo, il leader della Lega ha esclamato:

“Se dopo Pasqua ,fra dieci giorni, la situazione sanitaria in tante città italiane sarà tornata tranquilla e sotto controllo, secondo voi sarà giusto riaprire bar, ristoranti, scuole, palestre, teatri, centri sportivi e tutte le attività che possano essere riavviate in sicurezza? Secondo me sì.”

La corsa ai vaccini salverà l’Italia e calmerà, forse, le acque agitate in maggioranza. Anche se pare sia solo la voce di Salvini a lamentarsi in modo costante per il ritardo nelle riaperture.

Intanto, da segnalare che il nostro Paese ha somministrato 9.017.095 di dosi, con 2.862.386 di italiani con la doppia iniezione.

Gli Stati Uniti, per fare un esempio di paragone, hanno raggiunto il record di 3,4 milioni di dosi al giorno nella giornata del 26 marzo.

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