Istat, disoccupazione giovanile al 43.9%. Il fallimento delle riforme del lavoro

Manuel Zarli

7 Gennaio 2015 - 18:28

(GRAFICI) Bollettino di guerra rilasciato dall’Istat su disoccupazione, occupazione e inattivi. Il 2014 si chiude con una diapositiva esatta sul fallimento delle riforme sul lavoro

Istat, disoccupazione giovanile al 43.9%. Il fallimento delle riforme del lavoro

Oggi l’Istat ha rilasciato i dati relativi l’occupazione e alla disoccupazione e i dati sembrano essere un bollettino di guerra.
Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, diminuisce di 0,1% in termini congiunturali e rimane invariato rispetto a dodici mesi prima. In termini numerici gli occupati sono 22 milioni e 310 mila, in diminuzione sia rispetto al mese precedente (-48 mila) sia su base annua (-42 mila).

Passando ai disoccupati, il numero aumenta a 3 milioni e 457 mila con un incremento dell’1,2% rispetto al mese precedente (+40 mila) e dell’8,3% su base annua (+264 mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,9 punti se si considera la base annua.

Ma il dato più spiacevole si riferisce ai giovani italiani.
La disoccupazione giovanile (classe d’età 15-24 anni) raggiunge il 43,9% in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti nel confronto tendenziale. In termini numerici si tratta di 729 mila persone.

Negli ultimi due anni il numero dei disoccupati è decisamente aumentato. Se a Gennaio 2013 erano pari a 3 milioni e 31mila, da maggio si è sfondato il tetto dei 3,1 milioni. L’anno nuovo si è aperto con 3 milioni e 240 mila disoccupati fino alla chiusura di quest’anno con un valore prossimo ai 3,5 milioni.

Grafico n° 1. Occupati (blu) e disoccupati (verde) classe d’età 15-24 anni.

Fonte : Istat 2014.

Per quanto riguarda gli inattivi tra i 15 e i 64 anni il numero diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,2% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso pari al 35,7% rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,7 punti su base annua.

Grafico n° 2. Numero di inattivi.

Fonte: Istat 2014.

Al quadro complessivo bisogna aggiungere un piccolo tassello:
il variegato mondo delle riforme del lavoro.
Ecco in sintesi:

1997: Pacchetto Treu;
2003: legge Maroni;
2007: Protocollo Prodi-Damiano;
2008: Riforma del lavoro pubblico e privato;
2010: Collegato lavoro;
2011: Testo unico apprendistato;
2012: Riforma Fornero;
2013: Pacchetto Letta;
2014: Decreto Poletti e Jobs Act;

Negli ultimi anni all’aumento della disoccupazione è seguito l’intensificarsi dell’attività legislativa. Delle due l’una: o le riforme sono mal riuscite, o il problema non risiede nella legislazione vigente.
Chi scrive propende per la seconda ipotesi ma si può sempre sbagliare.

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