Insegnanti e alunni amici su Facebook: è giusto o sbagliato?

Giulia Adonopoulos

04/04/2016

11/10/2018 - 14:55

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È giusto o sbagliato che gli insegnanti stringano amicizia su Facebook con i loro alunni? Dipende da casi: ecco le buone norme di comportamento.

Insegnanti e alunni amici su Facebook: è giusto o sbagliato?

L’amicizia su Facebook tra docenti e allievi è consigliabile oppure è inappropriata perché mette a rischio il ruolo dell’insegnante e la privacy dello studente? La questione è oggetto di dibattito.

Ormai i social network, Facebook in primis, fanno parte della vita quotidiana di tutti noi, a prescindere dall’età e dal ruolo sociale. Ecco infatti che da qualche anno si è imposto un nuovo trend che ha sostenitori e detrattori: sono sempre di più i professori di scuole medie e superiori presenti su Facebook che stringono “amicizia virtuale” con i loro studenti, ma è giusto o sbagliato? Dipende dai casi.

Se l’interazione sui social può essere giusta quando rappresenta un’occasione di confronto, spiegazione e arricchimento culturale, l’amicizia su Facebook tra insegnanti e alunni può diventare un rischio in quanto va a creare un rapporto di eccessiva confidenza e una perdita di autorevolezza del ruolo di docente. E ciò, una volta che si è offline da Internet e fisicamente on-line in classe, potrebbe comportare problemi relazionali e di gestione.

Diverse scuole nel mondo, come ad esempio nel Missouri (Usa) e in Germania, hanno decretato che non solo è sbagliato essere amici dei propri studenti su Facebook, ma anche vietato. La legge, dapprima approvata, è stata poi dichiarata incostituzionale, ma ha dato il via a un dibattito che ha preso piede anche in Italia. È quindi utile o sconveniente che gli insegnanti e gli alunni stringano amicizia sui social? Vediamo le ragioni di chi è favorevole e di chi è contrario, con un occhio sul giusto codice di comportamento del docente su Facebook.

Insegnanti e alunni amici su Facebook: perché è sbagliato

Essere amici su Facebook significa, per entrambe le parti, far conoscere chi siamo, cosa pensiamo e cosa facciamo quando non siamo a scuola.

Se il social network diventa un canale per un dialogo su questioni più personali e intime, o ancor peggio per “spiare” i comportamenti dell’altro, allora potrebbe essere un problema. Il rischio maggiore è che alunni e prof. si ritrovino sullo stesso piano, che il docente possa prendersi di confidenza, perdere autorevolezza o essere considerato un loro pari, quasi un amico di cui si conoscono i “retroscena” dalla scuola.

Tra gli alunni, poi, c’è chi ritiene Facebook un “mezzo di controllo” utilizzato dagli insegnati nei loro confronti e non mancano le paure di eventuali ricadute sul rendimento in classe o di giudizi influenzati da cosa viene postato dai ragazzi in bacheca.

Insegnanti e alunni amici su Facebook: perché è giusto

Accettare o richiedere l’amicizia di un docente può anche essere utile per migliorare i rapporti con la scuola e rendere più semplice e diretta la comunicazione professore-alunno.

Pensiamo all’interazione con i ragazzi finalizzata allo scambio di comunicazioni inerenti le lezioni della giornata, gli appunti e i cambiamenti d’orario scolastico, magari tramite iscrizione a un gruppo in cui condividere le informazioni essenziali per il corretto svolgimento del programma o notizie utili ad approfondimenti.

L’amicizia sul social network ci mette sullo stesso livello, è vero, ma non per questo l’autorevolezza e il rispetto come insegnante devono essere sminuiti. Anzi, il docente può anche approfittare di questa “relazione” virtuale per instaurare un rapporto di fiducia reciproca con i ragazzi, condividendo articoli e video che possano essere utili alla loro crescita e non oltrepassando mai i limiti confidenziali.

Inoltre l’insegnante amico su Facebook può venire a conoscenza di fatti spiacevoli che accadono in rete, come ad esempio episodi di bullismo di cui è vittima un alunno, per poter intervenire o aiutarlo a risolvere un problema serio.

Ecco perché Facebook, con le giuste impostazioni di privacy e, ovviamente, non invadendo le bacheche degli alunni, può essere per i professori un valido strumento di comunicazione, relazione e didattica.

Insegnanti su Facebook: buone norme di comportamento

Un insegnante, sia offline che online, ha il dovere di rispettare precisi standard comportamentali e presentarsi come un professionista dell’educazione e un esempio per gli allievi.

Ecco i consigli da seguire per una sana e utile relazione docente/studente su Facebook:

  • Il professore che decide di iscriversi su Facebook e richiedere/accettare l’amicizia dei propri studenti deve essere consapevole che quello che pubblica o commenta è visibile a tutti, per cui deve saper gestire i “fatti propri” e filtrare le informazioni pubbliche.
  • Se non vuole che la comunicazione in rete sia un boomerang, l’adulto in primis deve imparare a dare l’esempio, condividendo roba istruttiva e non scurrile (i ragazzi, anche se giovani, capiscono e giudicano!) e rispondendo sempre con educazione e garbo ai suoi contatti.
  • Le impostazioni della privacy vengono gestite direttamente da noi, per cui si può decidere di inserire alcuni contatti (come appunto gli alunni) in un’apposita lista di amici alla quale ridurre al minimo la possibilità di visione dei nostri post.
  • È preferibile usare Gruppi e Pagine per comunicare in modo sicuro e trasparente con gli studenti: in questi casi gli utenti non sono obbligati a essere amici. Basta cliccare “Mi Piace” sulla Pagina o “Iscriviti al gruppo” per poter utilizzare lo spazio creato allo scopo di dare comunicazioni, assegnare i compiti, condividere materiali di approfondimento e portare avanti conversazioni su qualsiasi argomento, purché siano costruttive.

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