Industrial Compact: sempre più forte il "sì" dell’Europa. Ecco di cosa si tratta

Marta Panicucci

24/02/2014

Cresce il fronte europeo a favore della sottoscrizione dell’Industrial Compact, un piano per il rilancio dell’industria in Europa. Ecco di cosa si tratta

Industrial Compact: sempre più forte il

Vicino al Fiscal compact, che già tanto ha fatto e fa discutere in Europa, si avvicina sempre di più la possibilità di approvare in Europa anche un Industrial Compact.

Continua infatti, a rafforzarsi in Europa la frangia di sostenitori per il patto Ue per favorire la reindustrializzazione dei paesi membri. L’Industrial Compact, messo a punto dal vicepresidente della Commissione Antonia Tajani, mira a raggiungere il 20% del Pil dal manifatturiero entro il 2020. Al momento l’industria in Europa rappresenta il 15% del Pil, da ciò nasce la voglia di mettere a punto una vera a propria politica industriale condivisa.

Industrial Compact
L’Industrial Compact è un vero a proprio piano per il rilancio dell’industria in Europa. La proposta in sostanza è quella di inserire sistematicamente l’obiettivo di rilancio industriale in tutte le politiche dell’Unione europea perché è proprio da ciò che dipende la sostenibilità della crescita futura e il raggiungimento di adeguati livelli occupazionali.

Il documento che annuncia la volontà di creare un Industrial Compact è stato redatto in occasione della seconda Conferenza Ministeriale europea degli Amici dell’Industria, coordinata dal Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che si e’ svolta il 30 gennaio. A questa riunione hanno partecipato 24 paesi europei, che in sostanza hanno chiesto ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri di affrontare il tema al massimo livello per favorire azioni concrete in vista del Consiglio europeo di marzo.

La tesi di fondo del documento che lancia l’Industrial Compact è che soltanto attraverso il rafforzamento dell’industria manifatturiera si puo’ rilanciare la crescita economica e l’occupazione in Europa. Per questo nel documento si chiede "di attuare nel breve termine misure concrete e incisive finalizzate alla diversificazione dei settori produttivi, all’eliminazione di elementi di criticità che frenano la produzione, come la bolletta energetica e il differente costo del lavoro, e a favorire maggiori investimenti in ricerca e sviluppo".

Sostegno
Dopo la presentazione dell’Industrial Compact di fine gennaio, si sono rafforzate le posizioni a favore del progetto europeo per il rilancio dell’industria. I consensi si sono moltiplicati, non soltanto nel mondo politico, ma anche nel panorama economico-industriale.

A partire dalle confindustrie europee rappresentate da BusinessEurope, presieduta da Emma Marcegaglia, che accogliendo con favore l’iniziativa di Tajani ha chiesto di "agire subito". Il sostegno arriva anche dall’Europarlamento, il cui presidente Martin Schulz ha sottolineato la necessità di una "politica industriale forte e attiva" e ha ringraziato il commissario Ue per averla rimessa "al centro dell’agenda europea".

Arriva poi il sostegno degli Amici dell’industria; a Lisbona si è aggiunto il patto Ue-paesi del Sud, con una dichiarazione congiunta di Italia, Spagna e Portogallo, infine ultima in ordine di tempo, la lettera a Van Rompuy di Belgio, Lussemburgo, Ungheria, Croazia, Cipro, Bulgaria, Malta, Austria, Estonia e Lituania che scrivono, "sosteniamo totalmente la volontà del commissario europeo all’industria, Antonio Tajani, di fissare obiettivi ambiziosi in materia di politica industriale".

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