Patrimoniale globale, una soluzione per i Paesi più indebitati? Ecco cosa dice l’editorialista del Wall Street Journal, Romain Hatchuel.
Patrimoniale globale, un termine decisamente nuovo e che rischia di allarmare i cittadini benestanti di Paesi il cui debito pubblico ha ormai raggiunto (e superato) livelli insostenibili. Per quanto possa sembrare un annuncio a dir poco allarmistico, a parlarne è un autorevole editorialista del prestigioso quotidiano internazionale Wall Street Journal, Romain Hatchuel, che di professione si occupa anche di gestione dei fondi. Vediamo insieme che cosa sostiene.
L’Obamacare e il nuovo sindaco di New York: cosa dicono gli Usa sulle tasse
Le analisi di Hatchuel prendono spunto dalla sorprendente evoluzione della situazione americana. Dalla nascita dell’Obamacare, che con la sua pregevole intenzione di allargare la mutua pubblica pagata dalle tasse a favore dei più poveri si è scontrata decisamente con il puro spirito liberale Made in Usa, fino all’elezione di Bill de Blasio, proclamato sindaco di New York dopo una trionfale campagna elettorale all’insegna del "più tasse per i ricchi", la visione a stelle e strisce del prelievo fiscale sembra decisamente mutata. È giunta l’ora di una tassazione alla Robin Hood? Difficile pensarlo. Resta, comunque, da segnalare il fatto che In favore di un inasprimento delle tasse si è schierato anche il boss di Pimco, Bill Gross, a capo del primo fondo obbligazionario del pianeta. Gross si è infatti rivelato essere tra i più insospettabili sostenitori del fatto che i " paperoni del mondo" debbano accettare maggiori imposte sul reddito personale. Una visione che sembra essere condivisa anche dal Fondo monetario internazionale (FMI) il quale, nel suo ultimo Fiscal monitor, sostiene proprio che tassare i più ricchi offra un significativo potenziale di guadagno, a costi relativamente bassi.
La crescita del debito pubblico nelle economie avanzate
Determinante, comunque, anche il contesto in cui determinate opinioni sono maturate. Pensiamo infatti che, secondo il Fmi, nelle economie avanzate il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo raggiungerà il picco storico del 110% il prossimo anno. Un numero che può non fare impressione a noi italiani, abituati ormai a un rapporto debito/pil assestato addirittura al 133,3%, ma parliamo di una crescita pari a 35 punti percentuali rispetto il 2007.
Italia a rischio patrimoniale?
Nella vicina Francia, il presidente François Hollande ha sempre fatto della sua tassa del 75% sui redditi sopra il milione di euro un autentico cavallo di battaglia all’insegna dell’equità, e ora sta cercando di limitare i benefici fiscali legati alle assicurazioni sulla vita, un tipico strumento di risparmio a lungo termine utilizzato dalla maggior parte delle famiglie benestanti. In Italia, invece, pur essendo evidenti le tentazioni del centrosinistra in questo senso, al momento appare improbabile che si riesca a proporre una patrimoniale autentica, che non si limiti ai provvedimenti spot (e di dubbia costituzionalità, oltre che di efficacia) sulle pensioni d’oro. Non che una semplice patrimoniale da sola sia in grado di far tornare le economie mondiali a livello di debito sostenibile, tuttavia l’analisi di Hatchuel è affascinante, anche perché torna a paventare la famosa ipotesi di un prelievo del 10% sul patrimonio delle famiglie che però recentemente è stata sconfessata proprio dal Fondo Monetario Internazionale.
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