Si potrebbe creare un importante precedente sulla base di questa sentenza di Milano e di una precedente, simile, a Venezia. L’imprenditore in questione, titolare di una società di informatica ha un debito con l’agenzia delle entrate italiana di 180mila euro di iva non versata. Il fisco porta avanti l’azione legale nei confronti dell’imprenditore che in un primo momento viene condannato a 6 mesi di reclusione.
In questi giorni invece, arriva il verdetto di assoluzione: assolto con formula piena perché il fatto non costituisce reato. Le motivazioni saranno depositate entro 30 giorni dalla sentenza, ma l’epilogo di questa situazione sembra davvero significativo.
Il verdetto
L’imprenditore milanese è titolare di un’azienda informatica che, come tante altre in questi anni di crisi, ha dichiarato il fallimento. L’imprenditore però ha dichiarato al fisco la somma di Iva dovuta, ed è per questo che il tribunale di Milano ha decretato la sua assoluzione. "Non aveva versato 180mila euro di Iva a causa della crisi della sua azienda informatica e di quella finanziaria del Paese, avvertendo doverosamente l’agenzia delle entrate dell’importo dovuto" afferma nella sua arringa di difesa l’avvocato dell’imprenditore.
Nella sua condotta non si ravvisa l’intenzione di evadere, ma l’impossibilità oggettiva a saldare il suo debito con il Fisco.
Il gup milanese Carlo De Marchi ha accolto la tesi sostenuta dagli avvocati dell’imprenditore secondo i quali non c’era l’intento di evadere da parte del loro assistito, "altrimenti non avrebbe nemmeno fatto la dichiarazione dei redditi".
Precedenti
Questo non è il primo caso in cui un debitore del fisco viene assolto. La situazione di crisi delle aziende italiane è sotto gli occhi di tutti, ed è importante distinguere coloro che evadono il fisco e coloro che, pur volendo, non sono oggettivamente in grado di pagarlo. Questa sentenza, insieme alle altre dello stesso tenore, sono una buona notizia per tutti gli imprenditori strangolati dalla crisi e dai debiti che vivono con il terrore di finire in carcere per non riuscire a pagare il fisco italiano. La cosa importante è che, nel comportamento del debitore, manchi la volontà di evadere.
Stessa cifra e situazione simile si è presentata qualche mese fa sempre a Milano. Un imprenditore doveva al fisco gli stessi 180mila euro di Iva, che non era riuscito a pagare a causa della crisi economica in cui versava. In più, ha giocato in suo favore il fatto che l’amministrazione pubblica aveva un debito nei suoi confronti di 1 milione 700 mila euro. Assolto anche il legale di una comunità di recupero e un imprenditore di Treviso, prosciolto dal tribunale di Venezia.
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