Sul tema del signoraggio si è detto ( e si dice) di tutto. Non pretendiamo in questa sede di esaurire l’argomento, bensì di fornire risposte ad alcune obiezioni, con lo scopo di ampliare la discussione su un tema così affascinante.
Nei commenti all’articolo "che cosa è il signoraggio" sono state fatte alcune obiezioni. Le riportiamo di seguito:
Le obiezioni all’articolo
- Se la banca centrale è l’unica che stampa moneta e lo fa chiedendo degli interessi su di essa... chi stampa la moneta per pagare questo interesse? Devi fare altro debito.
- I proventi del signoraggio NON tornano al governo. Perchè prendendo per esempio la BCE:
a. non fa operazioni di mercato aperto (sotto le direttive della germania che avendo in testa la teoria monetarista (sbagliata) temono aumenti dell’inflazione) quindi non finanzia lo stato in nessun modo e, come nel caso della FED, lo facesse comprando bond non è comunque una "distribuzione di utile" in quanto
b. I bond che acquistano le banche private (e centrali) NON sono un provento finanziario per lo stato in quanto ci paga il 4% di interesse. Il vostro mutuo lo considerate un ricavo? Ditemi voi....
- Gli azionisti della banca centrale sono PRIVATI. (Si, anche quelli della BCE.. andate a vedervi gli azionisti delle banche centrali nazionali dell’area euro e non).
Risposta alle obiezioni
Sulla questione di fare altro debito non ci vedo niente di sbagliato, anzi: l’analisi keynesiana ha mostrato che non c’è alcun limite all’espansione del debito pubblico. La spesa in deficit, in un contesto non ortodosso, crea occupazione, reddito e risparmio che non si sarebbe formato altrimenti.
Il risparmio si materializza (anche, ma non solo) nell’acquisto di titoli pubblici; per cui la spesa in deficit crea quel risparmio, ossia quella domanda di titoli che altrimenti non si sarebbe formata (se gli investimenti privati non aumentano).
Inoltre, a parità di quantità di moneta in circolazione, e ammettendo che venga posto un limite all’espansione del debito pubblico, gli interessi sui titoli di stato si pagano con le tasse, per cui sorge un conflitto distributivo tra detentori di titoli e pagatori di imposte. Nell’ipotesi che il limite all’espansione del debito non ci sia gli interessi si pagano con l’emissione di nuovo debito, il che, come già detto, a mio parere non provoca alcun problema.
Sul punto 2, mi dispiace ma i proventi del signoraggio (che derivano non solo da titoli pubblici ma anche da altre attività fruttifere) tornano ai governi, in una percentuale che va dal 60%. Come sottlinea la Banca D’Italia:
La Banca d’Italia, in particolare, fa confluire allo Stato - attraverso le imposte e la distribuzione dell’utile - la sua quota di "reddito monetario" insieme agli altri redditi derivanti dai propri investimenti non connessi con le funzioni di politica monetaria e dalle attività esercitate, al netto dei costi di gestione e degli accantonamenti.
La BCE non opera di certo come la Fed in periodi normali, non di crisi diciamo (in un articolo abbiamo fatto vedere come le due banche centrali si comportino diversamente); tuttavia la particolare politica monetaria della BCE ha consentito, di fatto, che il sostegno ai titoli pubblici venisse da parte della banche private. Recentemente la BCE ha effettuato acquisti di titoli pubblici per controllare i tassi.
Con riferimento al punto 3, il fatto che, ad esempio, la Banca D’Italia è azionista della BCE e che la Banca D’Italia è controllata da banche private è un fatto noto, e di certo nell’articolo non si è detto il contrario. Mi sono limitato a dire semplicemente che le singole banche centrali dell’area euro, in quanto azioniste della BCE, ricevono i proventi, che poi distribuiscono agli stati, sulla base di una percentuale del valore del pacchetto azionario detenuto.
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