Il futuro geopolitico dell’Italia nell’era post-coronavirus

Vincenzo Caccioppoli

31 Marzo 2020 - 15:58

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Quale ruolo avrà l’Italia in quel che rimarrà del mondo dopo l’emergenza coronavirus? Quale potrebbe essere il nuovo ruolo del nostro paese a livello geopolitico?

Il futuro geopolitico dell’Italia nell’era post-coronavirus

Dopo l’invio di medici e dispositivi sanitari da Cina e Russia, si muove anche l’America di Donald Trump per correre in aiuto all’Italia, tornata prepotentemente - per una causa disgraziata, purtroppo - al centro dello scacchiere mondiale.

Già prima dello scoppio della pandemia, il nostro paese, con la sua politica estera un po’ ondivaga, che con l’occhio destro guardava ad oriente e con quello sinistro agli Usa e alla Nato, era tornato ad essere in un certo senso un fulcro nella lotta geopolitica globale fra Usa, Cina e Russa, all’interno del ventre molle dell’Europa.

Lo scoppio iniziale della pandemia nel nostro paese non ha fatto che accelerare questo processo. Il conflitto in Europa per le misure da adottare in campo economico vedono il nostro paese alla testa dei “riottosi” del sud contro l’egoismo e la pervicace miopia di Germania, Olanda, Austria e Finlandia, che potrebbe seriamente rischiare di affondare definitivamente un’Europa che mai è riuscita a decollare.

Nel caso purtroppo assai probabile che non si riesca ad arrivare ad un accordo condiviso si aprirebbero scenari inesplorati di fronte ai quali sia Cina che Russia che Stati Uniti, più lungimiranti e attenti di un’Europa assente, non vogliono certo farsi trovare impreparati.

L’Italia è una possibile causa di disfacimento dell’UE

Ecco allora che il nostro paese diventa centrale nel progetto di controllo di un’Europa sempre più disunita, in cui anche la stessa Nato ormai da troppo tempo appare stantia e non più condivisa dai propri membri. L’Italia, che è stata fra i fondatori dell’Unione Europea, paradossalmente potrebbe diventare direttamente o indirettamente la causa del suo disfacimento.

In questo processo sarebbe seguita da Spagna, Francia, Portogallo e tutti quei paesi che sembrano ormai stanchi del dominio egemone della Germania. La rottura sarebbe in qualche modo meno traumatica essendo comunque condivisa. Ma in questo quadro resta da vedere solo in questo senso il comportamento della Francia, combattuta al suo interno tra la sua tradizionale grandeur da una parte e lo storico asse, anche se inclinato ormai, con la Germania.

Ed ecco allora che proprio il nostro paese, agendo con intelligenza e con lungimiranza, potrebbe diventare capofila di tutti questi stati, superando i vecchi schemi. Qualcuno giustamente potrebbe obiettare che rimarrebbe sempre sul tavolo la questione del debito, che potrebbe letteralmente esplodere, ma la situazione economica globale potrebbe in un certo senso comparare la situazione iniziale di partenza. Supposizioni? Fantapolitica? Può essere, certo è difficile poter fare previsioni in una situazione ancora cosi incerta e poco chiara. Ma certamente, se non si vuole soccombere a questa emergenza e rassegnarsi a un decennio di miseria, le soluzioni vanno trovate e in fretta, prima che sia troppo tardi.

La Cina potrebbe approfittare dell’Italia (come ha già fatto in Grecia)

Mai come ora il nostro paese (come il mondo intero) si trova di fronte ad uno di quei bivi a cui a volte la storia ci sottopone. Sbagliare direzione può essere assolutamente disastroso. La Cina, da cui è tutto partito, lo ha ben capito e si sta muovendo per tempo, facendo le sue mosse in anticipo sia in politica interna che in quella estera. In questo senso la Cina vorrebbe approfittare ancora una volta della pigrizia imposta agli Usa dalla politica isolazionista di Trump. Ma allo stesso tempo il presidente degli Stati Uniti ha capito che adesso, di fronte a cifre che si preannunciano disastrose anche per l’economia a stelle e strisce, non può lasciare un nuovo vantaggio competitivo al rivale cinese su un’Europa così indebolita.

La Cina, dopo la discesa in massa sulla Grecia martoriata dalla crisi e dalla ricetta lacrime e sangue impostale dall’Europa, ha dimostrato come sappia sfruttare appieno a suo vantaggio i momenti di difficoltà del prossimo. E proprio l’esempio greco potrebbe essere indicativo di come per il nostro paese la situazione sia delicatissima: di fronte a una emergenza di tal portata e alle inevitabili disastrose ripercussioni a livello economico, non è uno scenario da sottovalutare. Inevitabilmente il rischio che qualche pezzo produttivo del nostro paese possa finire in mani straniere è molto concreto.

È per questo che la golden power che lo Stato si appresta a varare su alcuni asset strategici è una misura assolutamente necessaria. Ma questo non può bastare se poi la miriade di piccole e medie aziende restano in balia degli eventi. Il rischio che la Cina, dopo aver conquistato mezza Africa e aver messo la sua bandiera su parte del Sud America, ora possa guardare al nostro paese come pilastro della sua discesa in Europa, dopo aver piazzato i suoi primi avamposti in Grecia.

Per evitare questo occorre una lungimirante politica economica che non guardi tanto alle rigide regole europee di vincoli sul bilancio, ma che invece sia orientata verso una politica liberista costi quel che costi sul fronte del debito. Se non ora quando? Si potrebbe chiosare, parafrasando il titolo di un famoso romanzo di Primo Levi: è il momento di adottare misure eccezionali che sarebbero stati impensabili fino a pochi mesi fa (basti pensare alla sospensione del famigerato patto di stabilità, che tanto ha fatto penare i nostri governi in questi anni di crisi economica).

Cosa può fare l’Italia per sfruttare al meglio la situazione

Il delicato momento che sta attraversando il nostro paese può e deve essere invece un’occasione per liberarsi da tutti quei vincoli burocratici, imposti da un’Ue miope ed egoista, che hanno dimostrato tutta la loro inefficacia a livello economico. Questa emergenza, se ben sfruttata, potrebbe dare al nostro paese un vantaggio competitivo verso chi come la Germania continua a pensare e ad agire come se il mondo fosse lo stesso di due mesi fa.

Il nostro paese, “grazie” al fatto di essere stato il primo a fare i conti in Europa con il terribile virus, potrebbe essere anche ragionevolmente il primo ad uscirne, anche grazie alle politiche adottate per contenerlo. Se ci si muove per tempo e con efficacia potrebbe accadere anche la stessa cosa sul fronte economico. Ed allora sì che il nostro paese potrebbe tornare dopo tanti anni a giocare quel ruolo importante che sempre ha avuto al tavolo dei grandi, questa è l’incredibile ed inaspettata occasione che si potrebbe prospettare.

Una sorta di modello Italia che darebbe quella autorevolezza e forza che la Germania, forse per ora a sua insaputa, sta a poco a poco perdendo. Una volta finita la pandemia, infatti, probabilmente le economie di tutti i paesi si ritroveranno ad essere a un livello di partenza simile e forse allora si potrà giocare un’altra partita.

È un po’ come accadde dopo la seconda Guerra Mondiale, in cui un grande piano economico adottato dagli Stati Uniti in sostegno soprattutto della Germania, con il beneplacito di tutta Europa, Italia compresa (forse qualche ora di lettura della Storia di quegli anni sarebbe salutare per Angela Merkel) fu il pilastro da cui ripartire più forti di prima. Ecco perché la fine di questa Europa non può più spaventare come qualche mese fa.

Tutto è radicalmente cambiato e quello che valeva fino a due mesi fa ora non conta più, il mondo non sarà più lo stesso dopo questa terribile esperienza. Forse solo la Germania e qualche altro Stato del Nord ancora non se ne sono accorti. Ma anche questo alla fine potrebbe rivelarsi un particolare di poco conto.

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