Il debito italiano aumenta? Colpa della disinflazione!

Michele Ciccone

13/11/2013

Come mai il debito pubblico italiano aumenta? Forse proprio perchè i prezzi crescono sempre meno negli ultimi anni. Si pongono problemi di sostenibilità del debito? Come pensa di agire la BCE?

Il debito italiano aumenta? Colpa della disinflazione!

Fa paura la parola disinflazione. Molto spesso non si capisce nemmeno cosa sia. C’entra qualcosa con la deflazione? Non proprio. In realtà la disinflazione è una diminuzione del tasso di crescita dei prezzi. Cioè i prezzi continuano a crescere di anno in anno ma meno velocemente. Un po’ come quello che stiamo osservando in Italia.

La deflazione invece, almeno tecnicamente, è una diminuzione annuale nel livello dei prezzi. Il tasso di crescita anno per anno è quindi negativo.

Inflazione e valore reale del debito

Il grafico qui sotto mostra il tasso di inflazione dell’Italia e dell’area Euro. Si può vedere facilmente che l’inflazione in Italia è andata via via diminuendo a partire da Novembre 2011. Stessa storia per l’Eurozona.

L’andamento del rapporto debito/Pil in Italia ha avuto invece un andamento crescente a partire da marzo 2008.

A partire dal 2011 abbiamo visto all’opera il famigerato effetto denominatore. Minore il tasso d’inflazione in Italia, peggiore la traiettoria seguita dal rapporto debito/Pil, a parità di altre condizioni.

Si potrebbe pensare allora che l’Italia sia stata una sorta di peccatore fiscale (spendacciona) negli ultimi anni. E invece no. Per anni è stata in odore di santità dal punto di vista dell’evoluzione della spesa pubblica. Tant’è che allo stato attuale presenta un avanzo primario di bilancio pari al 2,5% del Pil (in valore assoluto ha superato i 39 miliardi di euro nel 2012 come abbiamo mostrato qui)

Non bisogna dunque essere eccessivamente moralisti con il Belpaese. Bisognerebbe semmai prendersela con la matematica.

Quali scenari per il debito italiano?

Secondo Variant Perception

Il debito pubblico italiano è insostenibile. La deflazione sta minando le prospettive di crescita. Il sistema bancario italiano non è in grado di fornire un adeguato supporto all’economia, anche in vista dell’Asset Quality Review della BCE. A questo punto possiamo dire che si può dubitare della capacità di finanziamento sul mercato dello Stato italiano. Ciò lascia aperta la possibilità di una ristrutturazione del debito, o di un intervento diretto della BCE tramite un acquisto di titoli pubblici. L’ultima ipotesi sarebbe forse la più probabile.

La domanda allora non può non sorgere spontanea. Quando avverrà il cambiamento di rotta da parte della BCE?

Libera traduzione da Ambrose Evans-Pritchard per The Telegraph

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