Ci sono diverse strade da scegliere per non pagare l’Imu, ma mentre alcune sono perfettamente legali altre possono essere scelte rischiose. Vediamo Il modo migliore di agire per risparmiare.
Imu, come non pagare la scomoda tassa sulla casa?
E’ da poco passata la scadenza del saldo Imu 2022 e già si inizia a pensare al prossimo acconto che sarà dovuto, dai possessori di una casa diversa dall’abitazione principale non di lusso, entro il 16 giugno 2023. Ma per quest’anno ci sono delle novità importanti che riguardano i coniugi con la doppia residenza.
L’Imu, insieme alla Tasi, è l’imposta che deve essere pagata da chi possiede un immobile. Ne sono esenti solo le abitazione principale, a patto che non siano classificate come «di lusso».
Insieme al Canone Rai e al Bollo auto, sicuramente l’Imu è una delle imposte che i contribuenti odiano maggiormente, ma è anche una di quelle maggiormente evase. Basti pensare che le mancate entrate per le casse dello Stato per tali evasioni superano i 5 miliardi l’anno.
E quando si tratta di evadere una tassa o un’imposta gli italiani sanno essere molto fantasiosi. E nel caso dell’Imu le strategie messe in campo sono diverse, come quella delle separazioni finte o con i falsi cambi di residenza dei coniugi nei diversi immobili che possiedono e che sono situati in diversi Comuni.
Ma, se molti scelgono strategie ai limiti dell’illegalità, ci sono anche scelte perfettamente legali che permettono se non proprio di essere esonerati dal pagamento dell’imposta almeno di poter risparmiare sulla stessa. Si tratta di scelte fiscali che possono essere, nel lungo periodo, molto conveniente e provocare molte meno preoccupazioni rispetto all’agire in modo fraudolento.
Come non pagare l’Imu: il comodato d’uso gratuito porta una riduzione del 50%
Non pagare totalmente l’Imu è difficile; meno complesso è invece accedere a sconti ed agevolazioni fiscali che, sebbene non facciano venir meno l’obbligo di versare una quota delle tasse sulla casa, consentono di risparmiare somme considerevoli alla fine dell’anno.
È possibile non pagare l’intero importo dell’Imu dovuta nel caso di concessione dell’immobile non esente in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado.
Per gli immobili concessi in comodato tra genitori e figli, sia per l’Imu che per la TasiI è riconosciuto uno sconto del 50% sul totale dell’imposta dovuta. Si ricorda che per beneficiare dell’agevolazione è necessario che vengano rispettati determinati requisiti:
- l’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale;
- l’immobile concesso in comodato d’uso gratuito non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9);
- il comodante deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa principale;
- il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso;
- il comodante deve presentare la dichiarazione Imu per attestare il possesso dei requisiti sopra indicati.
Come non pagare l’Imu: ottimizzare il patrimonio immobiliare tra parenti con cessioni e donazioni
Esistono altre modalità totalmente legali per non pagare le tasse sulla casa. Una tra le più note è l’“ottimizzazione del patrimonio immobiliare” tra parenti.
Si pensi ad un contribuente possessore di due immobili, il primo esente Imu e Tasi mentre il secondo sottoposto all’obbligo di pagamento. Per evitare il notevole esborso monetario annuale, si può scegliere di donare l’immobile ad un figlio.
Se questi trasferirà nell’immobile donato la sede della propria abitazione principale, potrà beneficiare dell’esenzione previste per le prime case.
Ovviamente, nel caso in cui si optasse per questa scelta con l’obiettivo di non pagare l’Imu o la Tasi, è bene considerare che le donazioni sono quasi sempre irrevocabili, e pertanto sarà fondamentale valutare caso per caso quando conviene e quando no.
Modifiche catastali per non pagare l’Imu: immobili collabenti F2
Esiste un terzo caso, o meglio sarebbe dire una terza condizione, per non pagare l’Imu.
Sono esonerati dal pagamento delle imposte sulla casa gli immobili collabenti (categoria catasle F2). Si tratta di edifici privi di rendita catastale in quanto non in grado di produrre reddito in quanto in stato di particolare degrado.
Si pensi, ad esempio, a ruderi, immobili demoliti in parte, con il tetto crollato. Insomma, nel caso di possesso di una casa inutilizzabile o inagibile, è possibile richiedere una revisione della categoria catastale per sfuggire al prelievo Imu e Tasi.
Come non pagare l’Imu: le finte residenze nel mirino della Legge di Bilancio 2020
Quelle fin qui elencate sono ipotesi del tutto legali, che consentono al contribuente di risparmiare sulle imposte dovute senza correre il rischio di contestazioni da parte del Fisco.
Non tutti però scelgono la via del giusto per non pagare l’Imu. Un caso tra tutti è quello delle finte separazioni o meglio dei cambi di residenza fittizi, balzato agli onori della cronaca per la stretta prevista con la Legge di Bilancio 2020.
Sono diversi i coniugi che, per non pagare le tasse sulla seconda casa posseduta, dichiarano di avere residenze separate, di modo che ambedue gli immobili - situati in comuni diversi - siano considerati abitazione principale ed in quanto tali esenti.
Il fenomeno delle finte prime case è tutt’altro che marginale, ed è per questo che la Legge di Bilancio 2020 ha introdotto la possibilità di fruire dell’esonero Imu soltanto per la prima casa del “nucleo familiare”.
In altre parole, ogni famiglia poteva avere una sola abitazione principale sulla quale non pagare l’Imu, anche se la seconda casa si trovava fuori dal territorio del Comune di residenza.
Ma questa norma è stata completamente ribaltata da una sentenza della Corte Costituzionale. Con la sentenza 209 del 13 ottobre 2022 la Consulta ha ritenuto del tutto lecito il fatto che i coniugi con doppia residenza abbiano diritto alla doppia esenzione sull’Imu e questo a prescindere da dove siano collocate territorialmente le due abitazioni in questione.
Secondo la sentenza negare la doppia esenzione la doppia esenzioni a marito e moglie che per esigenze lavorative o di altra natura devono vivere in due abitazioni distinte, è come porre un ostacolo alla formazione della famiglia.
Questo porta il legislatore ad assicurare la doppia esenzione ai coniugi con diversa residenza, anche se in due abitazioni situate nello stesso Comune. Gli effetti della sentenza non si produrranno solo per il futuro ma saranno retroattive e questo porta moltissimi coniugi con diversa residenza che negli ultimi anni hanno pagato la doppia imposizione nella condizione di poter chiedere il rimborso di quanto versato ma non dovuto.
La richiesta di rimborso va presentata entro 5 anni dal sorgere del diritto ed ha effetto per i 5 anni precedenti, per i quali è possibile, quindi, chiedere il rimborso.
Ovviamente questa novità porterà molti italiani ad approfittare della cosa per evadere il pagamento dell’Imu sulla seconda casa. Basterà che uno dei due coniugi vi sposti la residenza. In questo caso però, sarà compito dei Comuni vigilare su eventuali abusi della doppia residenza.
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