La norma che cancella il bonus riservato a chi assume un dipendente licenziato da una piccola impresa in crisi potrebbe diventare retroattiva
Non si parla d’altro che di cuneo fiscale, di misure atte a diminuire la disoccupazione, di incentivi per lavoratori ed imprese e invece si fa tutto il contrario.
I disoccupati da oggi avranno possibilità ancora minori di trovare lavoro. Perché? Perché non solo il governo ha cancellato gli incentivi diretti a chi assume un lavoratore licenziato da un’impresa in crisi, coprendo la misura con l’adozione di Aspi e mini Aspi, ma ha anche reso questa norma retroattiva. Il che vuol dire che qualsiasi datore di lavoro abbia assunto un dipendente con queste caratteristiche tra il 2012 e il 2013, convinto di poter usufruire degli sgravi fiscali in vigore, potrebbe correre il rischio di dover restituire la differenza.
Insomma l’ennesimo paradosso all’italiana e a farne le spese saranno quei cittadini che di giorno in giorno affrontano una delle peggiori crisi della storia.
La circolare dell’INPS
Nella circolare n.150 diramata pochi giorni fa dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si legge:
In via cautelare deve ritenersi anticipata al 31 dicembre 2012 la scadenza di ogni beneficio connesso a rapporti di lavoro agevolati"
Che riassunto in parole povere significa: non ci sono più soldi da un anno. Il problema è che le imprese che nel corso del 2013 hanno pagato gli stipendi convinti di poter usufruire di contributi agevolati potrebbero essere costretti a ridare allo Stato la differenza.
Parliamo di un rimborso pari a 3 mila o 4 mila euro per impresa, sottolinea la Confartigianato.
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È già successo
Confartigianato e Cna raccontano un caso concreto: era il maggio 2012 quando un’azienda decise di assumere un operaio specializzato in mobilità. All’epoca la legge stabiliva che i contributi sugli stipendi fossero pari al 10% e non al 30% per i primi 18 mesi e cioè fino a novembre 2013.
Solo di recente l’impresa ha invece scoperto che quei contributi agevolati valevano solo per 7 mesi e non per 18. La paura adesso è che il datore di lavoro sia costretto a restituire la differenza.
Un salvacondotto potrebbe essere rappresentato da quei 20 milioni stanziati dal ministero del lavoro nel marzo 2013 e volti a finanziare le imprese che assumono lavoratori licenziati a causa della crisi. Il problema è che fino ad oggi, l’INPS non ha diffuso nessuna indicazione sulla questione, ne tanto meno le modalità per presentare la domanda. In ogni caso, la misura, questa no, non sarebbe retroattiva, quindi non coprirebbe le assunzioni fatte nel 2012.
Non c’è che dire, questo sì che è un lavoro ben fatto.
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