Il Kazakistan risponde alla svalutazione del rublo russo: il tenge, la moneta nazionale, è stata svalutata del 19%. La guerra delle valute è ormai un fenomeno planetario
Il 2014 è iniziato all’insegna della svalutazione delle monete dei mercati emergenti, in risposta all’avvio del tapering da parte della Federal Reserve. Il problema è molto sentito in diverse aree del globo, anche se in misure e modi differenti. Alcuni paesi hanno provato a difendere la valuta nazionale, allo scopo di evitare enormi deflussi di denaro estero, alzando i tassi di interesse e/o facendo ricorso alle riserve internazionali (come Turchia, India e Brasile); altri hanno svalutato la moneta per rendere più concorrenziali le proprie aziende esportatrici, in una fase in cui molti paesi emergenti stanno ricorrendo proprio alla svalutazione competitiva per rilanciarsi nel commercio internazionale.
Così la guerra delle valute, che sembrava dover interessare solo i paesi più sviluppati e il principale gruppo di emergenti, ha cominciato a estendersi in aree economiche remote ma non per questo disinteressate a recitare un ruolo importante nello scacchiere degli equilibri del commercio globale. Stiamo parlando di Russia e Kazakistan, che hanno uno strettissimo rapporto commerciale. In realtà si tratta di un’unione doganale nata un paio d’anni fa, che comprende anche la Bielorussia. La guerra delle valute sta coinvolgendo Mosca e Astana, ma chiaramente Minsk rischia di risentirne tantissimo in quanto è l’economia più debole e vulnerabile.
Tutto è iniziato dalla svalutazione del rublo russo, che quest’anno è sceso sui minimi storici sull’euro e sui livelli più bassi da oltre 5 anni sul dollaro americano. Il tasso di cambio USD/RUB è salito ieri a 35,26, avvicinandosi a quota 35,45, ovvero il recente top di periodo. Da inizio anno il rublo perde circa il 7% contro il biglietto verde. Sotto la guida del leader Vladimir Putin la moneta russa non era risultata mai così debole. Nell’Unione delle Dogane tra Russia, Kazakistan e Bielorussia, ciò porta chiaramente un vantaggio alle aziende esportatrici di Mosca. Ad Astana hanno deciso che era giunto il momento di fare qualcosa e così martedì è stata annunciata la svalutazione del tenge, ovvero della moneta kazaka.
Nursultan Nazarbaiev, leader del governo kazako, ha sottolineato che non c’è alcuna guerra valutaria in corso ma ha comunque spiegato che si è trattato di “una misura puramente finanziaria”, finalizzata solo a migliorare la situazione economica delle imprese kazake. Il tenge è stato svalutato addirittura del 19%, tanto che il cambio USD/KTG è passato da una quotazione di 155,60 di lunedì a 184,55. Per il Kazakistan si tratta di una mossa quasi vitale, se si considera che la Russia rappresenta il 18,5% dell’interscambio commerciale. I russi esportano in Kazakistan molto più di quello che importano. Bisogna poi ricordare che entro fine anno il rublo russo inizierà a fluttuare liberamente sui mercati internazionali.
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