Torna lo spettro della guerra commerciale: dagli USA si studiano nuove tariffe sulle importazioni di auto. Il settore attende con il fiato sospeso.
Sui mercati torna lo spettro della guerra commerciale, risvegliato dalle ultime decisioni degli USA di Donald Trump.
Stando a quanto emerso nelle ultime concitate ore, Washington avrebbe ufficialmente affidato al Segretario al Commercio il compito di portare a termine un’indagine sulle importazioni di auto, di camion e della relativa componentistica.
Il via libera ha immediatamente portato gli osservatori a rispolverare quell’ipotesi di guerra commerciale che, in virtù di reciproche aperture tra USA e Cina, era stata ormai riposta nel cassetto.
Perché Donald Trump ha avviato l’indagine sull’import di auto? Potrebbe essere un primo passo verso l’introduzione di nuove tariffe? Domande più lecite che mai, soprattutto alla luce di un’escalation di dazi che negli ultimi mesi ha messo in guardia i mercati finanziari globali.
L’ordine di Trump e la risposta della Cina
“Ho dato istruzione al Segretario Ross di studiare il lancio di un’inchiesta ‘Section 232’ sulle importazioni di auto, inclusi camion e componenti, per capire gli effetti sulla sicurezza nazionale dell’America”,
ha ribadito Donald Trump in una nota.
Non si è fatta attendere la replica del citato Segretario al Commercio, le cui dichiarazioni hanno reso sempre più probabile la prossima introduzione di dazi sul settore auto, considerato cruciale per la forza del Paese.
“Ci sono elementi che suggeriscono che, per decenni, le importazioni dall’estero hanno eroso la nostra industria dell’auto domestica”,
ha affermato, promettendo all’America un’inchiesta giusta e trasparente.
Per dirla in altre parole, ed esattamente come accaduto con i dazi su acciaio e alluminio, la citata inchiesta dovrà determinare se le importazioni di auto negli Stati Uniti danneggiano in qualche modo l’economia di Donald Trump.
Ad oggi, gli USA impongono già delle tariffe sulle importazioni dei veicoli provenienti da Paesi con cui Trump non ha accordi commerciali; i dazi sono del 2,5% sui veicoli leggeri e del 25% sui truck. Secondo il Wall Street Journal Trump avrebbe in mente una tassa generale del 25%.
I mercati, soprattutto le Borse asiatiche, hanno reagito negativamente all’ipotesi di nuove tariffe e hanno chiuso l’odierna sessione quasi tutte in rosso.
“Nel settore auto l’atmosfera è negativa per i timori sulle tariffe e il rafforzamento dello yen sta gettando sale sulle ferite”,
ha anche fatto notare Takashi Ito, equity market strategist di Nomura Securities.
Immediata anche la reazione cinese, con alcuni portavoce del Ministero del Commercio a ribadire l’opposizione di Pechino all’abuso delle clausole sulla sicurezza nazionale. Un comportamento del genere, si è detto, rischia di minare il sistema commerciale multilaterale oggi in vigore. Tutte le parti in causa, comunque, continueranno a monitorare la situazione minuto dopo minuto per evitare di dover fare di nuovo i conti con l’ipotesi di guerra commerciale.
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