I dati pubblicati ieri dall’Istat offrono una differente visione dell’attuale situazione economica italiana rispetto a quelli presentati dall’esecutivo Renzi. Quali sono quindi i dati reali dell’economia italiana?
All’indomani della diffusione dei dati Istat sull’economia italiana il premier Matteo Renzi ha pubblicato un “post urticante per gufi e talk” in cui ha cercato di spiegare gli indicatori economici divenuti oggetto di un’ampia polemica: quali sono i dati reali dell’economia italiana?
Il governo Renzi è infatti stato accusato di aver fornito, in occasione dell’anniversario dei due anni di legislatura, dati insufficienti e incompleti sui risultati delle politiche attuate, offrendo così una visione distorta dell’attuale situazione economica italiana.
Sebbene si siano registrati dei miglioramenti in alcuni settori e il premier Renzi abbia riconosciuto che “c’è ancora molto da fare”, sono tuttora numerosi i problemi che affliggono il Paese.
Economia italiana, i due anni del governo Renzi
In occasione dei due anni di governo Renzi, festeggiati lo scorso 22 febbraio, Palazzo Chigi ha presentato un resoconto delle politiche attuate nel corso degli ultimi ventiquattro mesi di governo.
I numeri del “prima e dopo” l’insediamento dell’esecutivo guidato da Renzi esprimono una diminuzione della disoccupazione (dal 13,1% all’11,4%), un aumento del PIL (dal precedente 1,9% all’attuale +0,8%) e il recupero dell’evasione fiscale (da 13,1 miliardi a 14,5 miliardi).
Inoltre il premier Renzi, all’uscita dei dati dell’Inps, aveva espresso tutto il suo entusiasmo sulla crescita dell’occupazione interpretandola come “risultato del Jobs Act”: “Inps ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di qualcosa come 764.000 unità!”
I dati rilasciati e commentati dal governo esprimono quindi una visione positiva dell’economia italiana e una soddisfazione generale sulle politiche attuate nel corso dei due anni di legislatura.
Ma questa soddisfazione è confermata dai dati Istat? La panoramica presentata dall’esecutivo guidato da Renzi corrisponde alla reale situazione economica italiana?
Economia italiana, quali sono i problemi non risolti?
Tra i dati a cui ha fatto riferimento il premier Renzi vi è quello relativo alla crescita del PIL, confermato dall’Istituto di Statistica e corrispondente allo 0,8%. Si tratta quindi di un dato vero, tuttavia per capire il suo valore bisogna contestualizzarlo all’interno del panorama europeo e internazionale.
Lo stesso Istat ha rilevato che negli altri paesi è stato registrato un aumento superiore del PIL: +2,4% negli Stati Uniti, +2,2% nel Regno Unito, +1,7% in Germania e +1,2% in Francia. La crescita italiana non è quindi ancora soddisfacente e, all’interno dell’Unione Europea, risulta superare solo a quella di Grecia, Austria e Finlandia.
Riguardo la lotta all’evasione fiscale, lo Stato ha recuperato finora 14,9 miliardi, una cifra ancora bassa rispetto ai 51 miliardi effettivamente recuperabili, mentre la pressione fiscale, sebbene sia scesa dal 43,6 al 43,3%, è tuttora sopra la media europea che si attesta al 39%. Inoltre, sebbene le tasse indirette siano diminuite, quelle dirette, come registrato dall’Istat, “sono risultate in aumento dell’1,9%, per effetto della marcata crescita dell’Irpef, dell’andamento positivo dell’Ires e delle imposte sostitutive”.
Anche i dati sulla disoccupazione non sono molto appaganti: l’Istituto Nazionale di Statistica ha fatto presente che l’aumento dei posti di lavoro effettivi è molto più contenuto rispetto ai 764mila contratti a tempo indeterminato riconosciuti dall’Inps e rivendicati dal governo come “risultato del Jobs Act“. Tale numero infatti sarebbe costituito in parte dalle 578mila trasformazioni avvenute nel 2015, una cifra inferiore a quella registrata nel 2012, un anno di recessione.
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