Secondo quanto dichiarato dal ministero delle Finanze nipponico, nelle ultime due settimane gli investitori istituzionali giapponesi (per lo più banche e compagnie assicurative) sono stati acquirenti netti di obbligazioni estere. Dopo ben 6 settimane di vendite consecutive, il saldo netto di acquisto di bond è salito a 309,9 miliardi di yen, nella settimana che si è chiusa lo scorso 3 maggio, dai 204,4 miliardi di yen della settimana precedente.
A spingere gli investitori giapponesi a comprare attività estere è la politica monetaria ultra-espansiva adottata dalla Bank of Japan, che lo scorso 4 aprile ha annunciato una manovra monetaria senza precedenti per combattere la deflazione, raddoppiando il numero di acquisto di titoli di stato con l’obiettivo di centrare un target di inflazione al 2% entro un paio d’anni. Gli acquisti sui JGB saranno effettuati a un ritmo di circa 7mila miliardi di yen al mese.
Sono cresciuti anche gli acquisti di ETF (anche quelli che hanno come sottostante gli indici azionari Topix e Nikkei) e di quote di fondi di investimento immobiliare. La svalutazione dello yen, che fa da contraltare al clamoroso exploit della borsa nipponica (+40% da inizio anno), e la compressione dei tassi nipponici sui minimi storici, sta spingendo banche e assicurazioni a diversificare i loro investimenti soprattutto negli Usa e in Europa.
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