Moody’s ha bocciato il Giappone, tagliando il rating ad A1. Pesano le incertezze sulle riforme e sul processo di riduzione dell’enorme debito pubblico
Stamattina il Giappone è stato scosso dalla notizia del downgrade sul proprio merito di credito a lungo termine da parte di Moody’s, che ha deciso di abbassare il rating sovrano del paese del Sol Levante ad “A1” dal precedente livello “Aa3”. L’outlook per i prossimi trimestri resta “stabile”, per cui non sono in vista nuovi declassamenti. L’agenzia di rating americana ha spiegato la propria decisione, sottolineando che Tokyo continua a faticare molto nel processo di riduzione del debito pubblico (ormai verso il 250% del pil, il più alto al mondo).
Inoltre gli specialisti di Moody’s ritengono che le misure monetarie ultra-accomodanti della Bank of Japan, che a fine ottobre ha aumentato il piano di quantitative easing a 80.000 miliardi di yen all’anno, potrebbero non sortire gli efetti sperati in un clima di forti pressioni deflazionistiche a livello globale. L’agenzia di rating teme che possa esserci un movimento al rialzo sui tassi dei titoli di stato nipponici, attualmente su valori prossimi allo zero su quasi tutte le scadenze di breve-medio periodo.
Il rating assegnato al Giappone dalle altre due principali agenzie internazionali di valutazione del debito è AA- per Standard & Poor’s e A+ per Fitch. In entrambi i casi l’outlook è negativo. La bocciatura di Moody’s è comunque arrivata dopo la chiusura della borsa di Tokyo. L’indice Nikkei-225 ha fatto in tempo ad aggiornare i massimi degli ultimi 7 anni, chiudendo poi con un progresso dello 0,75% a 17.590 punti. Sul mercato delle valute lo yen si muove in un contesto di alta volatilità. Il tasso di cambio dollaro/yen ha comunque aggiornato i massimi a 7 anni sopra 119, prima di mettere a punto una correzione.
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