Uno studio recente della Fondazione Bertelsmann ha cercato di calcolare i benefici economici che la Germania riesce ad avere tramite la sua permanenza nella moneta unica; il paese della Merkel infatti grazie all’euro, nei prossimi 12 anni potrà contare di ricevere maggiori guadagni per la cifra stimata di 1.2 bilioni di euro, somma a cui dovrebbe rinunciare se tornasse al marco. Inoltre, più in generale, il Paese può contare di avere un PIL di 170 miliardi di euro superiore rispetto a quanto riuscirebbe a fare senza l’esistenza dell’euro.
Euro-marco
Secondo lo studio, la Germania potrà aspettarsi una crescita del PIL fino ad un valore di 2.8 bilioni di euro da qui fino al 2025; se invece tornasse al marco, sempre parlando in termini di PIL, il Paese subirebbe una perdita complessiva pari a 1.2 bilioni di euro.
Oltre a questo, tornare al marco tedesco, produrrebbe subito un aumento della disoccupazione.
Ma ancora di più, l’abbandono dell’euro e il ritorno alla moneta nazionale porterebbe alla dissoluzione dell’eurozona e ad una nuova crisi economica mondiale "le cui conseguenze sarebbero incalcolabili".
Il predominio tedesco continuerà
Secondo il giornalista francese Luc Rosenzweig, la vera rottura che ha portato al predominio tedesco nell’UE si è avuta con il governo Schröder/Fischer del 1998. Infatti, non solo il cancelliere del SPD ha rotto il tabù del "non interventismo militare", ma ha anche aiutato l’industria tedesca ad imporre la sua politica di austerità a tutto il resto dei paesi e la conseguenza è stata che i paesi dell’Europa dell’Est sono diventati economicamente dipendenti dalla Germania.
Naturalmente, la Merkel ha poi continuato con le sue politiche di imposizione dell’austerità al resto dei paesi europei. Rosenzweig poi continua dicendo che neanche un cambio di governo in autunno "cambierebbe la nuova Germania, che vuole continuare a punire e controllare gli altri europei".
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