Germania: Lafontaine torna ad attaccare la "moneta catastrofica". E propone: torniamo alle valute nazionali

Erika Di Dio

05/06/2013

Germania: Lafontaine torna ad attaccare la

Oskar Lafontaine, politico tedesco ex presidente della SPD e della Die Linke, concede una lunga intervista alla Deutschlandradio, alla quale ripete il suo rifiuto nei confronti dell’euro, definito da lui solo il mese scorso come una "moneta catastrofica" ed invita ad aprirsi all’idea di un ritorno alle varie valute nazionali.

Intervista a Lafontaine

Riportiamo le risposte più importanti della lunga intervista al politico tedesco.

Che cosa è cambiato per Oskar Lafontaine politico della Linke, ora che invece propone un nuovo sistema monetario e l’uscita dall’Euro?

È cambiato che le proposte fatte allora non sono mai state realizzate, perché solo sulla base di queste condizioni, la frase che lei ha letto, avrebbe avuto un senso. Allora, ad esempio, proponevamo un governo economico europeo. È passato molto tempo. Oggi Hollande riprende questa proposta, che cosa c’è dietro?

Per far capire a tutti: non è possibile avere una moneta unica con una diversa politica finanziaria, fiscale e salariale. Lo abbiamo detto allora. È un peccato che fino ad oggi si sia andati in direzione opposta.

Oggi constatiamo che stanno crescendo le ostilità fra i popoli europei, e che i movimenti fascisti sono sempre più forti. Ogni politico europeo responsabile dovrebbe porsi la domanda: che cosa possiamo fare per arrestare questa tendenza?

Lei sta chiedendo un altro sistema valutario; in pratica propone l’uscita dall’Euro. Questo permetterebbe una svalutazione delle monete nazionali. La competitività sarebbe rafforzata?

Sì, la svalutazione è un classico mezzo per aumentare la competitività di un’economia. L’altro strumento sarebbe il taglio dei salari e delle pensioni, e lo smantellamento dello stato sociale. Perché gli economisti e le democrazie preferiscono non ricorrere a questo strumento, lo stiamo vedendo ora in Europa. E vediamo anche quali sono le difficoltà e le distorsioni quando si ricorre a questo strumento.

Ma è importante riconoscere un punto: il sistema monetario ha un ruolo di sostegno. Non si tratta di una istituzione divina. Deve aiutare lo sviluppo europeo, e deve servire anche l’economia. E noi riteniamo che una moneta unica possa dare benefici solo se vengono soddisfatte anche altre condizioni. Questo era il punto di partenza. Questa era anche la discussione. E questa è la posizione che ho sostenuto al Bundesrat come delegato del governo guidato dalla SPD, prima dell’introduzione della moneta unica. È stato recentemente riproposto anche dalla televisione. Ma tutti questi requisiti non sono stati soddisfatti, e ora ci troviamo di fronte al disastro. Proprio perché l’ideologia di cui ho appena parlato non cessa di sostenere che i paesi devono farsi concorrenza.

Qual’è l’alternativa? Abbiamo una gestione della crisi che forse non è soddisfacente, ma che almeno ha stabilizzato l’Euro. C’è calma sui mercati finanziari. Lei dice, fuori dall’Euro. Come può funzionare?

L’alternativa emerge da quello che io ho chiamato la base per lo sviluppo europeo. Vogliamo avere più democrazia. Anche sui temi della moneta e su tutte le questioni monetarie, dobbiamo avere dei processi democratici. E cioè, uno non può dire, le cose stanno in questo modo, e gli altri lo devono seguire. Ciò non ha molto a che fare con la democrazia.

Non per contraddirla, ma lei si trova in compagnia di Marine Le Pen che da destra in Francia propone un’uscita dall’Euro.

Questo non c’entra nulla. Marine Le Pen non si è mai confrontata con i temi valutari. Non conosce il livello del dibattito. Potrebbe invece parlare degli economisti americani e dei premi Nobel che da tempo ripetono che non può affatto funzionare. E in compagna dei premi Nobel americani mi potrei trovare anche bene.

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