George Floyd aveva il coronavirus, svela l’autopsia

Fiammetta Rubini

4 Giugno 2020 - 10:48

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L’autopsia completa su George Floyd rivela che l’uomo era risultato positivo al coronavirus il 3 aprile, ma appariva asintomatico. I dettagli.

George Floyd aveva il coronavirus, svela l’autopsia

George Floyd aveva il coronavirus, ma era asintomatico: nuovi dettagli emergono dal rapporto completo dell’autopsia sul 46enne morto dopo esser stato trattenuto dalla polizia di Minneapolis.

Il documento di 20 pagine pubblicato dall’ufficio dell’esaminatore medico della contea di Hennepin afferma che un test effettuato il 3 aprile su Floyd è risultato positivo per il codice genetico del virus, o RNA. Il rapporto rivela anche che i polmoni di Floyd erano sani ma appariva un restringimento delle arterie nel cuore.

Visto che tracce di RNA possono rimanere nell’organismo per settimane dopo la scomparsa dell’infezione, l’autopsia afferma che un secondo test positivo post-mortem potrebbe aver significato che Floyd era asintomatico quando è morto il 25 maggio, ma non è chiaro se l’uomo avesse sviluppato sintomi di COVID-19 mesi fa o fosse un portatore asintomatico.

Com’è morto George Floyd: l’autopsia

L’autopsia indipendente, quella richiesta dalla famiglia di George Floyd, ha parlato di morte per asfissia (la pressione sul collo e sulla schiena ha interrotto il flusso di sangue e ossigeno al cervello). In contrasto con questa, le conclusioni a cui è giunta l’autopsia ufficiale: il medico legale ha elencato tra le “condizioni significative” alla base della sua morte cardiopatia ipertensiva, intossicazione da fentanil e uso recente di metanfetamina.

Derek Chauvin, agente di polizia di Minneapolis che ha premuto il ginocchio sul collo di Floyd per diversi minuti mentre l’uomo giaceva a terra ammanettato e gridava “Non riesco a respirare”, è accusato di omicidio di secondo grado. Gli altri 3 agenti coinvolti sono stati licenziati e accusati di favoreggiamento.

La violenza su Floyd è avvenuta durante un controllo: la polizia lo ha arrestato perché sospettato di aver pagato in un negozio con una banconota da 20$ falsa.

La morte di George Floyd, 46 anni e padre di una bambina di 6, ha dato il via a un’ondata di proteste in tutti gli Stati Uniti al grido di #BlackLivesMatter. Le manifestazioni, per lo più pacifiche, in diversi casi hanno assunto forma violenta, provocando vittime, saccheggi e vandalismo. La gestione delle proteste da parte dell’amministrazione Trump, che ha istigato l’uso della forza militare sui manifestanti, è stata aspramente criticata a livello internazionale: l’Europa ha condannato l’abuso di potere e e anche i suoi storici alleati (Canada e Regno Unito) hanno preso le distanze dalla linea aggressiva del governo USA.

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