Le Forze Armate possono fare politica? La risposta dei giudici

Simone Micocci

08/09/2016

18/10/2016 - 16:16

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I militari possono iscriversi ad un partito politico? Le Forze Armate possono fare politica? Il TAR del Piemonte fa chiarezza sulla questione.

Le Forze Armate possono fare politica? La risposta dei giudici

Militari, carabinieri e i membri delle Forze Armate possono fare politica? Il TAR del Piemonte in queste giorni si è espresso in merito a un tema che da anni fa discutere: quello relativo all’iscrizione di un militare o di un carabiniere in un partito politico.

Infatti, nonostante l’articolo 49 della Costituzione dice che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, per alcune categorie come ad esempio i militari in carriera sembrano esserci alcune limitazioni.

Il fatto su cui si è espresso il TAR del Piemonte riguarda un maresciallo dei Carabinieri, tale Carmelo Cataldi, che nel 2010 è stato sanzionato dall’Arma dei Carabinieri per essere diventato segretario regionale del partito PSD (Partito degli operatori della sicurezza e della difesa) e per essersi iscritto successivamente alla Lega Nord. Il maresciallo dei Carabinieri non ha accettato questa decisione decidendo di fare ricorso contro le sanzioni.

Come avrà risposto il legislatore? I militari e qualsiasi altro membro delle Forze Armate possono fare politica? Facciamo chiarezza sulla questione analizzando quanto detto nella sentenza del TAR del Piemonte.

Sentenza TAR del Piemonte: i fatti

Nel 2010, il maresciallo dei Carabinieri Carmelo Cataldi comunicò ai suoi superiori di aver assunto la carica politica di Segretario regionale per il Piemonte in seno al PSD–Partito per gli operatori della Sicurezza e della Difesa. A tal proposito il Comandante della Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta” lo sanzionò con 5 giorni di consegna di rigore sia per la nuova carica ricoperta che per l’iscrizione al partito politico “La Lega Nord-Bossi”.

Inoltre, nella comunicazione della sanzione venne specificato che ”in caso di inottemperanza, sarebbe stato avviato il procedimento per la diffida ministeriale ed eventuale successiva decadenza dal servizio”.

In quel caso l’assunzione di carica sociale e l’iscrizione in un partito hanno costituito un comportamento “suscettibile di assumere rilievo sotto il profilo disciplinare” poiché si trattava di un incarico incompatibile con il suo ruolo di sottufficiale.

Infine, l’amministrazione aggiunse che “le Forze armate debbono in ogni circostanza mantenersi al di fuori delle competizioni politiche”.

A questo punto il maresciallo, assistito dagli avvocati Giorgio Carta e Giuseppe Piscitelli, ha deciso di fare ricorso al TAR del Piemonte chiedendo chiedendo l’illegittimità della sanzione inflitta. Cosa ha deciso il TAR? Ecco cosa dice la sentenza.

Le Forze Armate possono fare politica? La risposta del TAR del Piemonte

Il TAR del Piemonte si è espresso in favore del maresciallo dei Carabinieri, accogliendo il ricorso. Infatti, il giudice amministrativo ha ricordato che la questione della politica per le Forze Armate è stata già approfondita dalla giurisprudenza, che in più di un’occasione ha ritenuto illegittimo il divieto per i militari di “iscriversi in partiti politici e di assumere nel loro ambito cariche direttive”.

Il TAR del Piemonte ha sottolineato che non esistono in dottrina limitazioni all’articolo 49 della Costituzione, quindi per le Forze Armate non c’è un divieto d’iscrizione ai partiti politici. Nemmeno il varo del Codice dell’Ordinamento Militare intende in alcun modo modificare in senso restrittivo quanto inteso dal legislatore.

Il TAR del Piemonte accogliendo il ricorso ha disposto l’annullamento dell’ammonimento a recedere dalla carica politica. Quindi, stando a quanto specificato dal giudice amministrativo le Forze Armate hanno tutto il diritto di iscriversi ad un partito politico, ma siamo alquanto sicuri che se ne continuerà a discutere.

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