Kuroda, numero uno della BoJ, ha dichiarato che la banca centrale giapponese farà tutto il possibile per riportare l’inflazione al 2%, anche a costo di svalutare lo yen
Il governatore della Bank of Japan, Haruiko Kuroda, ha dichiarato che l’aumento del programma di quantitative easing a 80mila miliardi di yen all’anno dal precedente ammontare di 60-70mila miliardi non mira a svalutare la moneta nazionale bensì semplicemente a combattere con ogni mezzo possibile il pericolo di deflazione, che per un ventennio ha frenato la crescita dell’economia dell’ormai ex seconda potenza mondiale.
Kuroda ritiene che l’istituto monetario di Tokyo non ha alcun limite sugli interventi da compiere per allontanare definitivamente lo spettro della deflazione, anche a costo di svalutare pesantemente la valuta. Il numero uno della banca centrale nipponica ha sottolineato che uno yen debole presenta comunque più vantaggi che svataggi, in quanto consente alle aziende esportatrici giapponesi di essere molto competitive nel commercio internazionale con effetti positivi sull’economia nazionale.
Ad ogni modo Kuroda ha dichiarato che la BoJ non mira in nessun caso a influenzare direttamente l’andamento del cambio dello yen e del mercato forex in generale. La svalutazione, però, prosegue senza soste, come aveva pronosticato circa un anno fa il finanziere americano George Soros. Il tasso di cambio dollaro/yen ha aggiornato il massimo più alto degli ultimi 7 anni, superando anche quota 115,50.
Secondo gli esperti del forex il cambio dollaro/yen ha buone chance di raggiungere quota 118 o anche 120 entro fine anno. Nel medio-lungo periodo, considerando la forte divergenza nella politica monetaria di USA e Giappone, il cambio dovrebbe spingersi fino a 135 prima e 150 poi. In attesa della BCE va forte anche il cross euro/yen, salito ai massimi da 7 mesi in area 144,20.
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