Come stanno andando le valute rifugio? Conviene comprarle o è meglio stare alla larga? Secondo il Big Mac Index, franco e corona norvegese sarebbero sopravvalutati
La debolezza cronica dell’euro e le tensioni geopolitiche in Ucraina hano riportato in auge le cosiddette valute rifugio. Da questo paniere di monete, che storicamente si apprezzano nelle fasi di maggiore turbolenza economico-finanziaria o in caso di tensioni internazionali, sembra essere ormai uscito lo yen, a seguito del lancio dell’Abenomics che ha sancito una profonda svalutazione della valuta negli ultimi due anni.
Hanno perso lo status di valuta pregiata anche dollaro australiano e dollaro neozelandese: la prima ha pagato a caro prezzo l’avvio di una politica monetaria ultra-espansiva dalla primavera del 2013; la seconda ha di recente subito un forte deprezzamento, a causa delle “minacce” di intervento a mercati aperti della banca centrale di Wellington per frenare l’ascesa della valuta domestica ritenuta decisamente sopravvalutata.
Valuta rifugio non è più da tempo la corona svedese, che ha legato fin troppo le sorti della propria economia a quelle dell’area euro. Così il paniere si è ristretto a tre valute: dollaro americano, franco svizzero e corona norvegese. Il biglietto verde sta beneficiando sempre più del tapering e delle aspettative di rialzo dei tassi entro il primo trimestre del 2015, mentre franco e corona norvegese sono da sempre un porto sicuro per gli investimenti grazie ad alcune particolari caratteristiche del proprio sistema economico-finanziario.
Nei confronti dell’euro sia il franco che la corona hanno registrato guadagni super nelle ultime settimane. Il cross EUR/CHF è sceso fino sotto 1,2050, ai minimi da quasi due anni e a un passo dal floor di 1,20 fissato nel settembre 2011 dalla Swiss National Bank per evitare una discesa eccessiva del cambio fin sotto la parità. Il cross EUR/NOK, invece, è passato da 8,44 a 8,11 in un mese circa, perdendo così il 4%. Tuttavia, secondo gli esperti del forex, queste due valute rifugio sono sopravvalutate. Un’ulteriore indicazione in questa direzione arriva dal Big Mac Index.
Questo indice, creato dall’Economist nel 1986, appare uno strumento piuttosto grossolano ma secondo gli analisti rappresenta un buon indicatore per valutare i rapporti di forza tra le monete. In pratica si considera il panino Big Mac, venduto in tutto il mondo, e si confrontano i prezzi del prodotto nei vari paesi. Si ottiene un indice che mette in relazione le valute mondiali contro euro o dollaro. In base all’ultima recente rilevazione, franco e corona risultano le due divise più sopravvalutate nei confronti della moneta unica.
Secondo Matteo Paganini, chief analyst di FXCM, il recente boom di franco svizzero e corona norvegese è stato amplificato dal fatto che le tensioni geopolitiche in Ucraina e l’azionario americano ai massimi storici hanno creato i presupporti per la formazione di aspettative di significative correzioni. Così gli investitori hanno destinato parte delle proprie risorse alle valute rifugio, in modo tale da non farsi trovare impreparati in caso di dietrofront dei listini. In ogni caso, secondo l’esperto del broker londinese, “acquistare oggi queste divise, sopravvalutate rispetto all’euro, può essere pericoloso”.
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