Il cambio dollaro-yen precipita letteralmente durante il discorso tenuto ieri da parte di Trump e torna ai livelli di inizio dicembre: cosa accade su USD/JPY?
Il cambio dollaro-yen sembrava intenzionato a riprendere il suo trend rialzista durante la giornata di ieri, quando arrivato a quota 116,8 stava testando la media mobile in D1.
Il discorso tenuto da Trump nel nostro pomeriggio ha tuttavia fiondato al ribasso USD/JPY, portandolo nel giro di poche ore a quota 114,2, con il mercato evidentemente deluso o che ha semplicemente approfittato dell’occasione per avviare un pericoloso contro-movimento.
Destino simile anche sul cambio euro-dollaro, ora stabile sopra l’1,06, con il primo passo falso del dollaro in questo 2017 che, come prevedibile, è avvenuto in corrispondenza di un’uscita del nuovo presidente degli Stati Uniti.
Vediamo quindi di capire se il crollo di dollaro-yen, continuato anche durante la notte, è il via ad una parentesi ribassista ad ampio respiro o se è solo un momento di instabilità inserito ancora all’interno di un trend rialzista.
Forex, dollaro-yen da 116,8 a 114,2 con Trump: arriva la volatilità tanto temuta. E ora?
Il cambio dollaro-yen sta vivendo una settimana di soli ribassi e, partito lunedì da sopra il 117, si è ritrovato all’apertura dei mercati europei di oggi ad affacciarsi a quota 113.
Gran parte di questa discesa è da imputare al discorso tenuto dal presidente degli Stati Uniti Trump ieri pomeriggio, un vero e proprio ciclone che ha piegato il dollaro USA in tutti i suoi cambi.
Lo yen è inoltre sensibile allo stato di salute del biglietto verde e, in casi come questi, tende ad amplificare l’effetto contrario al dollaro. Il suo apprezzamento è infatti riscontrabile in tutti i cambi che coinvolgono la valuta giapponese, in una giornata che non ha esaurito ieri il suo effetto ribassista.
Durante la sessione asiatica di oggi il crollo si è infatti consolidato e ora dollaro-yen si ritrova a testare un importante livello di supporto, che aveva abbandonato prima dell’intervento della Fed di metà dicembre.
Il pericolo che da un semplice ritracciamento si passi ad una vera e propria parentesi ribassista c’è e molto si giocherà proprio tra oggi e domani, principalmente su due fronti.
Da un lato abbiamo diverse testimonianze da parte di alcuni membri della Fed nel pomeriggio odierno, alle quali seguiranno i dati sulle vendite al dettaglio USA di domani. I market mover potrebbero quindi essere l’occasione per riprendere il rialzo oppure per confermare il crollo.
Dall’altro lato abbiamo una situazione da un punto di vista tecnico che non lascia ancora molto altro margine di manovra.
Come osservabile dal seguente grafico giornaliero, dollaro-yen ha lasciato la zona di massimi in blu (che corrisponde alla zona di minimi per il 2015) senza superarla e tornando in direzione del test a quota 113,7:
Il precedente supporto a 116,1 è stato abbattutto e abbandonato senza troppe esitazioni e ora il test del livello a 113,7 rimane un momento molto importante, non solo perché il successivo target è lontano e attende USD/JPY a quota 111,8, ma anche per un altro motivo.
Il MACD, nella parte bassa del grafico, è ad un passo dal tornare nel territorio dei valori negativi, abbandonato addirittura ad inizio ottobre e ben rappresentativo del momento delicato che il cross sta vivendo.
Il test in atto potrebbe d’altro canto rappresentare l’occasione ideale per interrompere questa breve ma intensa caduta e riprendere il rialzo, ma ciò dovrà trovare immediato sostegno nel pomeriggio di oggi o con il market mover di domani.
Solo un eventuale ritorno al di sopra del livello di 116,1, all’interno della zona in blu, salverebbe USD/JPY dall’affrontare una parentesi ribassista di ampio respiro e finché questo non avverrà sarà lecito riconsiderare l’inerzia rimasta al trend rialzista, come suggerito dal MACD.
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