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Forex: dollaro USA segna nuovi minimi contro lo yen, colpa di borse e petrolio

martedì 5 aprile 2016, di Matteo Bienna

Il dollaro americano registra nuovi minimi contro lo yen dallo scorso ottobre 2014, gli investitori percepiscono un aumento dei rischi che porta giù le borse asiatiche e il prezzo del petrolio, mentre l’incertezza della Fed non aiuta le sorti della valuta americana.

Neanche tre settimane fa il cambio dollaro-yen era sceso al di sotto di quota 111.000, portando ad un intervento diretto la Bank of Japan. Per la banca centrale del Giappone infatti quota 110 rappresenta un livello critico al quale non vorrebbe vedere aggirarsi dollaro-yen.

Oggi USD/JPY è crollato segnando nuovi minimi a 110.300.

Forex, dollaro-yen: nuovi minimi a causa di borse asiatiche, petrolio e Fed

Il cambio dollaro-yen ha raggiunto durante la giornata di oggi livelli minimi che non toccava dall’ottobre 2014. Vediamo i motivi dietro al crollo odierno.

I mercati asiatici hanno chiuso l’ultima sessione con importanti flessioni, che hanno apprezzato la valuta nipponica e danneggiato ancora di più il loro settore export.

L’indice MSCI, che non comprende il Giappone, è sceso del -1,3% mentre il Nikkei ha chiuso l’ultima sessione in calo del -2,4%, in uno scenario che lo vede ribassista già da diverse settimane. Chiude positiva invece la Cina, con un +0,50% del China A50 e un +1,54% dell’indice di Shangai.

All’apprezzamento dello yen, causato da questa ultima giornata al ribasso delle borse, si aggiunge l’andamento negativo del petrolio, che con il suo incedere verso quota $34 svaluta il dollaro contro le altre valute, soprattutto quelle meno legate al prezzo dell’oro nero.

Infine il clima di incertezza che si respira negli Stati Uniti, con le politiche incerte che la Federal Reserve sta portando avanti e con la questione relativa ai tassi di interesse, rappresentano una debolezza ulteriore per il dollaro, che viene da una settimana di deprezzamento generale.

Forex, dollaro-yen: livello critico raggiunto, la BoJ interverrà di nuovo?

Lo scorso 17 marzo la Bank of Japan intervenne sul mercato valutario per riportare verso l’alto la quotazione dello yen contro il dollaro.

Il raggiungimento che ci fu di quota 110, in particolare il minimo fu segnato a 110.650, portò la banca centrale giapponese ad un intervento, ritenendo troppo calda la zona nella quale il cambio dollaro-yen stesse scambiando.

La politica dei tassi negativi infruttuosa e le difficoltà economiche che sta vivendo il Giappone non possono di certo risolversi con un apprezzamento della valuta locale.

Vediamo la formazione a triangolo, con rottura del minimo, che si è formata dallo scorso 17 marzo:

Nel grafico H4 riportato si prende in considerazione proprio la risalita dallo scorso minimo e la seguente ripresa del trend ribassista, che ha da poco violato il supporto evidenziato in verde.

La forma a triangolo discendente segnalava una possibile rottura al ribasso e quindi l’entrata nella zona critica, che la Bank of Japan di certo non si augurava di rivedere così presto.

L’RSI è già nella fascia di ipervenduto e il prezzo rivede continuamente al ribasso la banda inferiore di Bollinger. In un’ottica di lungo periodo, che torni a guardare nel 2014, un prossimo livello obiettivo potrebbe essere a 110.100, ormai non troppo lontano.

Il trend, che ha preso anche le distanze dalla media mobile a 200 periodi, sembra insomma avere una progressione decisa al ribasso.
Bisognerà vedere se la BoJ riterrà opportuno intervenire di nuovo o sperare in una ripresa naturale al rialzo, prima che i problemi per il Giappone aumentino.

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